Brossura editoriale con titoli e fregio (Leone di San Marco) a rilievo, cm 17x12.5, pp (12) 364 (8) + 224 di tavole patinate in nero e 2 carte su doppia pagina a colori. Lievi gore sul dorso ma complessivamente ben conservato. Seconda edizione, accresciuta di 16 tavole, del catalogo della Biennale veneziana del 1932. Nel padiglione Italia, progettato da Duilio Torres, la Biennale dedicò quell'anno mostre retrospettive a Giovanni Boldini (testo di Cardona), a Romolo Romani (Margherita Sarfatti), a Rembrandt Bugatti (Raffaele Calzini), alla pittura veneziana tra il 1870 e il 1900 (D. Varagnolo), a Francesco Paolo Michetti (Ugo Ojetti), a Vincenzo Gemito (Sergio Ortolani); le personali furono di Arrigo Minerbi (testo Alberto Neppi), Vitaliano Marchini, Ossip Zadkine (Paul Fierens), Dante Morozzi, Arturo Dazzi (Corrado Pavolini), Giuseppe Montanari (D. Varagnolo), Arturo Martini, Alberto Salietti (Orio Vergani), Gianni Vagnetti (Arturo Loria), Achille Funi (Benso Becca), Giovanni Colacicchi (Arturo Loria), Emilio Sobrero (C. Pavolini), Moisè Kisling (Florents Fels), Dario Viterbo (Mario Tinti), Aldo Carpi (R. Calzini), Raffaele De Grada (GiorgioNicodemi); la sala 28 ospitava la Mostra degli Italiani di Parigi, presentata da Gino Severini con opere di Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Massimo Campigli, Leonor Fini, Tullio Garbari, Marino Marini, e la sala 50 ospitava la grande Mostra dell'aeropittura e della pittura dei futuristi italiani, con testo di Filippo T. Marinetti, mostre individuali di Fortunato Depero e Enrico Prampolini, opere di Ambrosi, Andreoni, Benedetta, Osvaldo Bot, Angelo Caviglioni, Quirino Di Giorgio, Nicola Diulgheroff, Carlo Dormal, Gerardo Dottori, Fillia, Antonio Marasco, Bruno Munari, Filippo Oriani, Mino Rosso, Gigi Supino, Tato, Ernesto Thayat, Carlo De Veroli. Le arti decorative italiane e straniere (mosaici, merletti, vetri) erano ospitate nel Padiglione «Venezia» realizzato da Brenno del Giudice, e tra i padiglioni stranieri compariva per la prima volta quello statunitense, curato da Walter L. Clark e Martin Birnbaum con dipinti di George Bellows, Arhtur Davies e altri accanto ad un'esposizione dedicata alle «Indian Tribal Arts, curata da John Sloan con circa 150 oggetti. Le 224 tavole in nero documentano tra le altre opere di Benedetta, Carena, Carrà, Chessa, Depero, Diulgheroff, Dottori, Dudreville, Fillia, Funi, Kokoschka, Marini, Martini, Martinuzzi, Munari, Nomellini, De Pisis, Prampolini, Severini, Sironi, Tato, Vian