PERIODICOEdizione originale.Collezione in fascicoli sciolti (mediamente in stato più che buono, alcuni con pecetta postale indirizzata ad Angelo Barile) così composta: Anno I - numeri 1, 2, 3, 16, 17, 19, 20, 21; Anno II - numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14/15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23; Anno III - numeri 1, 2, 3, 5, 6, 7, 8, 9 e 10.La rivista quindicinale «Corrente», nata al principio del 1938 per opera dell’appena diciasettenne Ernesto Treccani, finanziato dal padre,ha costituito il punto di riferimento ineludibile per l’Italia modernista nei tardi anni ’30. Al di là del «Movimento di Corrente», la rivista e il dibattito da essa diretto ha funzionato da polo di attrazione per tutte le forze culturali giovani e vive in uno dei periodi più bui della recente storia italiana; in un momento, cioè, in cui il Fascismo degenerava nei vaneggiamenti coloniali e antisemiti, consegnando progressivamente il paese alle sorti della guerra e alla Germania di Hitler; il movimento futurista — morto nel 1936 il suo più valido organizzatore, il torinese Fillia — aveva perso bussola e attrattiva; l’esperienza di Novecento era esaurita ben prima dell’espatrio di Margherita Sarfatti, nel 1938. A partire da Edoardo Persico, morto in circostanze misteriose nel 1936, Treccani e la sua redazione furono invece in grado di suscitare un fermento di nuove proposte in vista di un’arte in grado di incidere sulla realtà. -- I cambi di grafica e testata sottolineano con rara congruenza i momenti di evoluzione del foglio. Nato il primo gennaio 1938 come sede genericamente offerta ai giovani, con titolo «Vita giovanile» contorniato da fasci stilizzati e una citazione di Mussolini in testata («Noi vogliamo che i giovani raccolgano la nostra fiaccola»), ha un primo cambiamento con il n. I,6 (15 apr.), laddove la grafica di testata viene ripulita, spariscono i fasci, e in copertina vi è il polemico fondo di Treccani (a firma Ernst) contro «I bigotti del Partito» e lo strumento della censura sciagurata. Non è un caso che la collezione di Bigongiari cominci proprio con questo numero, dove l’articolo è attenzionato da leggeri segni a matita. All’interno, un’impaginazione più vivace e le prime firme ‘di peso’: Sereni, De Grada e Dal Bo — che formano il primo nucleo redazionale — ma anche Bonfanti, Birolli, Vigevani e Cantoni. Altre firme prestigiose si aggiungeranno nei fascicoli successivi (Vigorelli, Bo, Bini, Morosini, Ferrata, Gatto, Mastrolonardo, Lattuada, Parronchi, Quasimodo, Paci, Bigiaretti, Macrì, Trombadori, Luzi, Bartolini, Comencini, Anceschi, Silva, Timpanaro, Banfi, Apollonio, Sinisgalli, Tobino, Delfini, Bilenchi, Montale, Saba, Manzini, Pintor, Cassola), mentre il direttore corsivista continua a bacchettare i «bigotti» con strali sempre più audaci. -- Dal numero I,16 (15 ott. ’38) cambia grafica, formato e titolo, introducendo «CORRENTE» come elemento portante, seguito più in piccolo dal complemento «di Vita Giovanile»; cambiamento esasperato a partire dal numero doppio del 28 febbraio 1939 (II,4): «la dicitura “di Vita Giovanile” diveniva quasi illeggibile (sopprimerla equivaleva a riaprire una elaborata procedura per la richiesta di una nuova testata)» (Luzi). -- Dei 53 fascicoli totali — zeppi di edizioni pre-originali e articoli approfonditi e ficcanti, bellezza e intelligenza — non si può fare a meno di menzionarne tre che da soli indirizzarono il movimento, e l’ampio gruppo intellettuale al seguito: il n. II,6 (31 mar. 1939), numero catalogo della prima mostra di Corrente, con il manifesto «Finalità e propositi della nostra Mostra» e immagini e presentazioni di Carrà, Manzù, Tosi, De Grada, Martini, Bernasconi, Marussig, Messina, Mucchi, Monti, Cantatore, Tomea, Genni, Birolli, Valenti, Badodi, Panciera, Migneco, Tallone, Cherchi, Lanaro, Bartolini, Cassinari, Mantica. Il n. II,11 (15 giu. 1939), doppio e monografico intitolato «Testimonianza alla poesia», aperto da un manifesto di Antonio Banfi, una poesia in facsimile di autografo di Montale, componimenti di tutti i poeti già citati e ampi saggi di Falqui (Campana), Contini (Montale). Il n. II,22 (15 dic. 1939) catalogo della seconda mostra di Corrente, questa volta molto più allargata, con i nomi (tra glia altri) di Fontana, Guttuso, Mafai, Pirandello, Reggiani, Santomaso, e introdotta da un manifesto in corsivo di impressionante lucidità (ripreso dal n. I,20, 15 dic. ’38), che si richiama al futurismo come antesignano della battaglia che «Corrente», con altri mezzi, continua a combattere: «L’arte moderna in Italia è nata quando un audace movimento teorico, il futurismo, ha voluto dar coscienza agli artisti italiani che la volontà della ragione e non soltanto le qualità istintive, nelle quali si beò il naturalismo ottocentesco, insegna la strada della grande arte». Bibl.: Luzi, Corrente di vita giovanile (Roma 1975); Sebastiani, I libri di Corrente (Bologna 1998)