Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Rare and modern books

Mansfield Katherine

Tutti i racconti (opera completa 5 voll.)

Adelphi, 1978-1979

30.00 €

Barbacane Libri

(Udine, Italy)

Ask for more info

Payment methods

Details

Year of publication
1978-1979
Place of printing
Milano
Author
Mansfield Katherine
Pages
Pagg. XXI, 235, 227, 186, 226, 136
Series
Piccola Biblioteca Adelphi
Publishers
Adelphi
Size
cm 18 x 10,5
Keyword
romanzi, narrativa, letteratura
Binding description
Brossura con alette
Dust jacket
No
State of preservation
Good
Languages
Italian
Binding
Softcover
Inscribed
No
Condition
Used
First edition
No

Description

Stato di conservazione: BUONO, cofanetti con segni del tempo, dorsi un po' sbiaditi con piccole abrasioni e tracce d'uso, interno leggermente ingiallimento ma privo di difetti. Collana: Piccola Biblioteca Adelphi. Prefazione di Lucia Drudi Demby. Nota introduttiva di John Middleton Murry. Traduzioni di Floriana Bossi, Cristina Campo, Giacomo Debenedetti, Marcella Hannau, Giulia Arborio Mella.
Opera completa in cinque volumi contenuti in due cofanetti.

Agli inizi del secolo una giovanissima neozelandese, Katherine Mansfield, ancora un po’ sperduta in Inghilterra, e provvista solo di «quel tragico ottimismo che troppo spesso è l’unica ricchezza della gioventù» cominciò a scrivere storie comuni di donne (e di uomini) comuni - continuando febbrilmente sino alla morte, che l’avrebbe raggiunta, trentaquattrenne, nel 1923. Letti con l’occhio di oggi, i racconti della Mansfield ci appaiono come una di quelle grandi e inesauribili scoperte che in pochi anni mutarono la fisionomia della letteratura: come il primo Joyce, i romanzi di D.H. Lawrence, la scrittura della Woolf - tre scrittori con cui la Mansfield fu in rapporto, oscillando fra l’ammirazione e l’ostilità. Condivideva con loro la testarda volontà di porre un’esigenza assoluta alla letteratura, ma ancor più di loro la Mansfield era esposta alle correnti infide, alle maligne unghiate della vita, che continuava ad apparirle «sotto le spoglie di una cenciaiola da film americano». E forse proprio per questo la Mansfield ha saputo far parlare nei suoi racconti, più di ogni altro scrittore moderno, la precarietà: come spasimo, fitta, angoscia fulminea, e insieme come meraviglia, ingiustificata estasi, pura percezione. La psicologia qui non ha bisogno di essere dichiarata, ma è assorbita nell’immagine guizzante, nella pulsazione dell’attimo. E la felicità improvvisa, come l’infelicità sorda, sparse in ogni momento e in ogni vita, rare volte ci sono venute incontro con tale intensità, eppure sottovoce, come in queste pagine della Mansfield, «grande abbastanza da dire quello che tutti sentiamo e non diciamo».
(dalla quarta di copertina)