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Rare and modern books

Florio Daniele

Tito ossia Gerusalemme distrutta Poema epico inedito del conte Daniele Florio Udinese primo e secondo canto che ora si pubblicano per saggio.

Tipografia di Alvisopoli, 1819

80.00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italy)

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Details

Year of publication
1819
Place of printing
Venezia
Author
Florio Daniele
Publishers
Tipografia di Alvisopoli
Keyword
UDINE CONTE FLORIO FRIULI POEMI GERUSALEMME VENEZIA ALVISOPOLI, PRIME EDIZIONI 1819 POESIA
Languages
Italian

Description

In 8°; XVI, 61, (3) pp. Senza brossura ma non slegato. Prima edizione non comune di quest'opera del celebre letterato friulano Conte Daniele Florio. L'autore nacque a Udine il 10 marzo 1710, quartogenito del conte Sebastiano e di Lavinia Antonini dei conti di Saciletto. "Nel 1736 il F. si recò a Roma, sempre al seguito del fratello, inviatovi dal nuovo patriarca. Ricevuto da Clemente XII, che stava allora facendo erigere la nuova facciata di S. Giovanni in Laterano, gli recitò alcune sue stanze su quell'avvenimento, che il papa compensò con ampie lodi, una medaglia d'oro e un rosario di diaspro antico. A Roma frequentò il cardinale A.S. Gentili, per il quale recitò all'Accademia degli Infecondi una composizione poetica sulla traslazione delle ossa dei ss. Primo e Feliciano, da quello effettuata nella sua chiesa di S. Stefano Rotondo; il successo lo invogliò a dedicarsi a un dramma sacro, Il Pastor buono, che pubblicherà a Udine solo nel 1750, dandogli un taglio erudito, attraverso un ricco apparato di riferimenti ai profeti e ai santi padri. Da quel filone drammaturgico, spronato dalle lodi del Metastasio, decise di passare alla composizione di un poema epico di largo respiro, Tito, o sia Gerusalemme distrutta, ispirato alla narrazione di Flavio Giuseppe, di cui però completò solo i primi tre canti (due saranno pubblicati postumi da Q. Viviani, Venezia 1819) e parte del quarto." Florio fu apprezzato cantore anche alla corte austriaca. L'opera qui presentata, curata da Quirico Viviano, che contiene i canti del Tito mai pubblicati prima, venne stampata quando il figlio di Florio, Filippo, trovò in un armadio una grande quantità di manoscritti inediti del padre (vennero poi tutti dati alle stampe a più riprese nel corso della prima metà dell'ottocento). Qualche minima ed ininfluente macchiolina di foxing e per il resto in buone condizioni di conservazione.