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Filosofia occidentale: dal 1800 in poi
State of preservation
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Sembrano scomparse dall'orizzonte speculativo le domande essenziali che comunque stanno sempre in sottofondo, in attesa di risposte. Il pensiero critico, sempre più emarginato non fa più tendenza. Non si intravede una visione della ragion d'essere di una comunità alternativa a quella predominante. Viviamo infatti in un'epoca in cui lo spirito del nichilismo domina la scena, insieme alla dilagante omologazione, all'indifferenza e all'asservimento al pensiero unico. Continua ad essere proposto un unico modello di progresso e di convivenza sociale, senza alternative. L'esponenziale sviluppo della tecnologia ha raggiunto una capacità manipolativa sia della natura che della società mai vista in precedenza. In tale contesto continua a prevalere una eterogenesi dei fini, per cui la persona viene considerata come un mezzo e non come un fine. È indispensabile far dialogare i saperi per l'accesso alla dimensione della saggezza, cioè di concepire l'interdipendenza e l'interconnessione di ogni singola parte con il tutto, per vivere in armonia con i propri simili e con la biosfera. Dal punto di vista culturale si richiede una vera e propria rivoluzione paradigmatica, riconoscendo la complementarità tra il sapere oggettivo della tecnoscienza e quello soggettivo-esistenziale. La mutazione antropologica alla quale stiamo assistendo, comporta dei rischi per la libertà dell'individuo e per la tenuta del sistema democratico e delle sue istituzioni, già da tempo in crisi. Non sarà mai possibile rendere vitale, libera e giusta una società, fintantoché non si realizza la libertà e l'autodeterminazione di ogni singolo individuo, per mezzo di uno sforzo collettivo nel prendersi cura di esso. Tramite l'attivazione dell'Io politico, attraverso un empowerment individuale, collettivo e organizzativo. Si richiede una rivoluzione concettuale che sia portatrice di una visione focalizzata sul noi piuttosto che sull'io e quindi su un nuovo umanesimo e su una Città Nuova, dove la persona, libera e autodeterminata, possa essere finalmente collocata al centro di ogni progettualità politica.