2 voll. in-8° (220x145mm), pp. 468; 515; brossure editoriali illustrate in xilografia. Il frontespizio del primo vol., inciso su acciaio, reca una vignetta raffigurante la morte del generale Montgomery sotto il forte di Quebec. Ritratto di Washington inciso su acciaio all'antiporta del primo vol., che reca altres^, più volte ripiegate in fine, due cartografie incise su rame: la prima degli stati meridionali degli Stati Uniti (dal Kentucky e dalla Virginia sino alla Georgia da nord verso sud, e dal Tennessee al North Carolina da ovest verso est) e la seconda degli stati settentrionali, così come si configurava la confederazione dopo la Dichiarazione d'Indipendenza (la carta comprende anche la porzione sud-orientale del Canada). Alle pp. 5-35 del I vol., traduzione (opera di Luigi Rossi) della prefazione composta da de Sveelinges alla versione francese dell'opera bottiana. Alle pp. 479-515 del II vol. sono riportate (in traduzione) la Dichiarazione d'Indipendenza americana, la Costituzione statunitense, l'indice generale. Bell'esemplare in barbe e intonso. Ristampa milanese di questa celebre opera storica in 14 libri del Botta (San Giorgio Canavese, 1766-Parigi, 1837), probabilmente la sua più pregevole, nonché la più importante monografia in tale merito sino ad allora pubblicata, la cui narrazione corre dall'arrivo di La Fayette negli Stati Uniti sino al 1783. L'esaltazione della rivoluzione americana, delle lotte indipendentistiche dei padri fondatori degli Stati Uniti servono indirettamente al Botta come modello per patrocinare la causa patriotica dell'Italia e a polemizzare con la Francia; Washington è incensato in chiave polemica contro Napoleone come modello di autentico rivoluzionario. Lo storico canavesano redasse l'imponente lavoro - in stile vietamente puristico - su materiali di primissima mano, ossia documenti, lettere, topografie diari, opuscoli talora fornitigli dallo stesso La Fayette, e interrogando di persona svariati testimoni degli eventi raccontati. L'opera conobbe svariate traduzioni e ottima accoglienza soprattutto, com'era naturale, negli Stati Uniti, eccezion fatta per una recensione negativa della bostoniana 'North American Review' che l'Antologia' tradusse in italiano nel maggio 1822. Scrive Benedetto Croce nelle insuperate pagine della 'Storia della storiografia italiana nel secolo decimonono': 'Il fine moralistico è presente non solo nei particolari, ma nel disegno generale, che è una sorta di allegoria, nella quale i rivoluzionari di America stanno a rimprovero dei rivoluzionari di Francia, e Washington a rimprovero di Napoleone, cotanto dal Botta aborrito'. 'Scelta collezione di opere storiche di tutti i tempi e di tutte le nazioni', 10. Cfr. Sabin, 6818. Howes B636: 'Most valuable history of the Revolution op to its date.' Larned 1241. Parenti 'Rarità bibliografiche dell'Ottocento', vol. IV, 775 e 'Prime edizioni italiane',. p. 98. Branca, 'Bibliografia storica', n. 3781: 'Si giudica il miglior lavoro di Botta, ed anche gli Americani ne fanno gran conto'. Brunet, I, 1144. Graesse, I, 505. Olschki, 'Choix', 830 (ed. milanese del 1819). Gamba, 2551-52 (riporta in calce un giudizio del Brofferio sullo stile bottiano e fornisce delle osservazioni sulla sua prosa, 'troppo impacciata di vecchie masserizie della lingua'). Le pagine fondamentali sulla storiografia bottiana sono quelle, improntate a un giudizio fortemente limitativo, di Benedetto Croce nella 'Storia della storiografia italiana nel secolo XIX', Bari, 1919, I, pp. 71-73. La biografia principale del Botta è dovuta a Carlo Dionisotti, 'Vita di C. B.', Torino, 1867. Cfr., inoltre, Mazzoni, 'L'Ottocento', passim.