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Rare and modern books

Wole Soyinka, Armando Pajalich

STAGIONE DI ANOMIA. ROMANZO

Jaca Book, 1981

16.19 € 17.99 €

Studio Maglione Maria Luisa

(Napoli, Italy)

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Details

Year of publication
1981
ISBN
9788816801356
Place of printing
Milano
Author
Wole Soyinka
Pages
340
Volume
1
Series
Volume 28 di Di fronte e attraverso. Fiction
Publishers
Jaca Book
Size
23 cm
Edition
Prima
Keyword
Letteratura contemporanea, Romanzi, Narrativa, Letteratura nigeriana, Letteratura africana, Premi Nobel, Bestseller, Guerra, Attivismo, Collezionismo, Lettura, Libri fuori catalogo, Romanzi africani, Anni Settanta
Cover description
OTTIME CONDIZIONI GENERALI, LIEVI SEGNI DEL TEMPO. RARO.
Translator
Armando Pajalich
Dust jacket
No
State of preservation
Fine
Languages
Italian
Binding
Softcover
Inscribed
No
Print on demand
No
Condition
New
First edition
Yes

Description

Come nel suo primo romanzo Gli interpreti Soyinka esplora in questa sua Stagione di anomia l'esperienza individuale in un processo di cambiamento della società. Qui però domina un'ambientazione di fatti e personaggi su uno sfondo di lotte inesorabili. Viene assunto l'esempio di un piccolo centro, Aiyéró, contro la frenesia degli sfruttatori e la morsa del potere corrotto. Ma lo sforzo che da lì parte di permeare la più vasta società di valori positivi per la vita, diventa pretesto per gli interessi minacciati di scatenare un'ondata di terrore. La ricerca del protagonista Ofeyi dell'amante rapita ci porta attraverso la contemporaneità come attraverso una terra deserta, la cui devastazione fisica e morale mette ancora più a fuoco il cinismo di una élite e il fallimento di chi cerca delle alternative. Un viaggio terribile, in cui gli eventi sono evocati in sequenze di tempo frammentate e in cui l'autore utilizza una forma allegorica che fonde sia miti africani della natura sia allusioni ad archetipi europei. Così il romanzo è scandito sugli eterni ritmi naturali in contrasto vivo con le distonie operate dall'uomo.

Un villaggio felice, dove ogni proprietà era tenuta in comune, alla lettera, sino all'ultimo pezzetto di filo nell'abito di ogni cittadino, e che per il suo anacronismo suscitava la generale divertita condiscendenza nella sensibilità cosmopolita di una società affamata di profitti – e abbiamo subito in scena i poli di un dramma tra utopia e anomia, quell'anomia che il sociologo Durkheim definiva come la situazione sociale in cui le scale di valori e di norme si fanno indefinibili, a motivo di mutazioni troppo rapide. E infatti, leggiamo poco più avanti, sembra che la nostra generazione sia nata nel corso di una lunga crisi. In questa dialettica storica innescata dalla religione, responsabile della rottura in quella prima comunità, perché chi diffonde quella fede uccide, incendia, menoma, saccheggia e fa schiava la nostra gente, s'intreccia la vicenda di Ofeyi in cerca della sua Iriyse sequestrata (anche le assonanze dei loro nomi rinviano al mito di Orfeo ed Euridice). Dicendo questo, abbiamo detto ancora ben poco non solo della trama, ma dell'atmosfera, dei rimandi intrecciati, storici e mitologici, yoruba come greci, di africanità bentonica e acculturazione violenta, e dello stile inconfondibile dell'autore, che quando scrive questo romanzo ha ancora fresca nella memoria, e nella carne, la guerra del Biafra (l'edizione inglese è datata 1973). Una narrazione, è stato detto, di indignazione ma anche di rivolta, in cui Soyinka dà vita, in una costante sovrapposizione di immagini amare e crudeli, a uno stile denso, a un lirismo altamente sensuale (Christina Davis). Per la professoressa Itala Vivan, specialista di letteratura nigeriana, Stagione di anomia è «una visione allucinata e disperante di quell'universo in guerra», appunto il recente conflitto civile. I toni sono spesso cupi e anche crudi, a tratti premonitori di un'altra tragedia africana, il genocidio ruandese. Tuttavia, seguendo gli indizi dell’ambientazione del romanzo e del lessico, che fanno costante riferimento alla vegetazione e ai cicli della natura, il sottotesto non è del tutto disperante: «Nelle foreste, cominciava a destarsi la vita.

Attivista e scrittore nigeriano di etnia yoruba, educato in Nigeria e in Inghilterra. Esordì nel 1960 con l'opera teatrale Danza della foresta (A dance of the forests) e continuò poi nella produzione di drammi in cui la tradizione yoruba e l'antico uso delle maschere si mescolano alle influenze occidentali, dalla tragedia greca a Shakespeare e oltre: Il leone e la perla (The lion and the jewel, 1963), La strada (The road, 1965), La morte e il cavaliere del re (Death and the King's horseman, 1975), Un dramma di giganti (A play of giants, 1984), Da Zia, con amore (From Zia, with love, 1992), Re Baabu. Un dramma nello stile di Alfred Jarry (King Baabu. A play in the manner roughly of Alfred Jarry, 2002). Il suo primo romanzo, Gli interpreti (The interpreters, 1965), incarna la cultura di transizione della Nigeria del dopo-indipendenza attraverso cinque giovani protagonisti tormentati e problematici. Nel 1981 ha pubblicato Akè. Gli anni dell’infanzia (Akè. The years of childhood, 1981), un'attraente autobiografia distesamente narrativa, che prosegue con Isara (1989), Ibadan (1994) e Devi partire all’alba (You must set forth at dawn, 2006). Tra le sue raccolte di liriche si ricordano Poesie dal carcere (Poems from prison, 1969), Ogun Abibiman (1976), La terra di Mandela (Mandela's earth, 1988), Samarcanda e altri mercati che ho conosciuto (Samarkanda and other markets I have known, 2002). Fra le altre opere di Soyinka vi sono saggi di critica letteraria (Mito e letteratura. Nell'orizzonte culturale africano, Myth, literature and the african world, 1976; Arte, letteratura & offesa. Saggi su letteratura e cultura (Art, literature & outrage. Essays on literature and culture, 1988) e un diario dal carcere, L'uomo è morto (The man died, 1972), scritto durante i due anni trascorsi in cella d'isolamento negli anni Sessanta per essersi schierato contro la guerra del Biafra. Il suo linguaggio denso di metafore e la sua capacità di assorbire e riplasmare tematiche attinte al pantheon yoruba come all’olimpo dei classici europei fanno di lui un interprete straordinario della cultura di transizione dell'Africa contemporanea. Nel 1986 gli è stato conferito il premio Nobel per la Letteratura; nel 2004 ha espresso la sua preoccupazione per lo scontro di civiltà in Clima di paura (Climate of fear). In Italia sono stati pubblicati: Il peso della memoria (Medusa edizioni); Sul far del giorno (Frassinelli); Africa (Bompiani); L'uomo è morto (Jaca Book).

Descrizione bibliografica
Titolo: Stagione di anomia. Romanzo
Titolo originale: Season of Anomy: A Novel
Autore: Wole Soyinka
Traduzione di: Armando Pajalich
Editore: Milano: Jaca Book, Febbraio 1981
Lunghezza: 340 pagine; 22 cm
ISBN: 8816801352, 9788816801356, 9788899066253
Copertina Scena in Kano, Nigeria foto di Ken Heyman
Collana: Volume 28 di Di fronte e attraverso. Fiction
Soggetti: Letteratura nigeriana, Romanzi, Premio Nobel, Africa, Guerra civile, Conflitti, Genocidio, Natura, Africanità, Biafra, Attivisti politici, Società, Ofeyi, Idee rivoluzionarie, Potere, Classe dirigente, Terrore, Viaggio, Iriyise, Ritmo, Mitologia yoruba, Miti africani, Archetipi europei, élite, Corruzione, Avidità, Anni Settanta, Bestsellers, Gli interpreti, The Interpreters, Prime edizioni, Collezionismo, Lettura, Libri fuori catalogo, Romanzi africani, Estetica, Baccanti, Personaggi, Danza, Divinità, Demoke, Dioniso, Dramma, Egbo Elesin Euripide Finzione Foresta Padre Idanre Ideologia James Gibbs Kadmos Il Cavaliere Re Lewis Nkosi Marxista Mendicanti Metafora Metafisica Militare Morale Murano Mistero Mitico Narrativa Negritudine Nigeriano Obatala Ogboni Ogun Olodumare Orunmila Penteo Poesia Prigione Poetica Pioggia Riti Rivoluzione Rituali Sango Stagione Sekoni Shage Shuttle Visione sociale Spirito Struttura Simbolo Taiila Tiresia Tragica Transizione Donne Mondo Eschilo Tragedia Greca Black Prigionia Anni Sessanta Collected Plays Trilogia dal carcere, Madmen Specialists Pidgin Chinua Achebe Dan Izevbaye Inglese Indipendenza Critica letteraria Utopia Satira Realismo Olalere Oladitan Violenza Kolawole Ogungbesan Schiavitù Sfruttamento Imperialismo Northrop Frye Apocalisse Sacrificio Guaritori Seminale Viticci Germogli Raccolto Spore Incipit Ahime Amico Amuri Aristo Bambino Baobab Batoki Biye Braccio Cacao Cartello Casa Chalil Crossriver Acqua Dentista Dita Dongari Donna Dottore Finestra Fucile Gente Iriyise Karaun Impiegato Macchina Mangrovia Mezzadozzina Morte Aria Occhi Petals of Blood Piedi Posto Presidente Romanzi Sassofono Shage Silenzio Skyros Sorriso Spalle Spore Spyhole Strada Suberu Taiila Temoko Terra Aiyéró Zaccheus Zaki Nigerian literature Novels Nobel Prize Civil War Conflicts Genocide Nature Africanity Political activists Society Revolutionary ideas Power Ruling class Terror Journey Rhythm Mythology Myths European archetypes Corruption Greed The Seventies First editions Collectibles Reading Out of print books African novels Aesthetics Bacchae Characters Dance Divinity Dionysus Drama Euripides Fiction Forest Father Ideology Marxist Knight Beggars Metaphor Metaphysics Mythical Mystery Fiction Negritude Pentheus Poetry Prison Poetics Rain Rites Revolution Rituals Sango Season Vision Spirit Structure Symbol Tiresias Tragic Transition Women World Aeschylus Greek Tragedy Imprisonment Sixties Prison Trilogy English Independence Literary Criticism Satire Realism Violence Keystone Exploitation Imperialism Apocalypse Sacrifice Healers Seminal Tendrils Buds Harvest Spores Friend Child Cocoa Sign House Water Dentist Fingers Woman Doctor Window Rifle People Employee Car Mangrove Half Dozen Death Air Eyes Feet Place President Novels Saxophone Shage Silence Smile Shoulders Spores