Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Rare and modern books

[Spazio, Luigi Moretti, Agnoldomenico Pica Et Alii]

Spazio. Rassegna delle arti e dell’architettura diretta dall’architetto Luigi Moretti

s. n. [dal n. 2 in fine:] Gruppo editoriale Spazio (Tipografia - E. Barigazzi [dal n. 4:] Tip. A. Lucini & C.),, 1950-1953

2500.00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italy)

This seller offers free shipping
with a minimum amount of 100.00€

Ask for more info

Payment methods

Details

Year of publication
1950-1953
Place of printing
Roma-Milano,
Author
[Spazio, Luigi Moretti, Agnoldomenico Pica Et Alii]
Pages
pp. [2] 88 e 1 tavola ripiegata fuori testo; — [2] 92 e 1 carta fuori testo tra pp. 60/1; — [2] 90 e 1 tavola ripiegata fuori testo; — [4] X 117 [1] e 1 tavola ripiegata fuori testo; — XIV 91 [1] e fuori testo: 1 carta tra pp. 6/7, 2 tavole ripiegate, 1 mezzo foglio in fine; — XVIII 111 [1] e fuori testo: 1 carta tra p. 42/3, 2 tavole ripiegate; — XXV 109 [1] e fuori testo: 4 tavole ripiegate, 1 carta fuori tra p. 48/9.
Volume
7 volumi,
Publishers
s. n. [dal n. 2 in fine:] Gruppo editoriale Spazio (Tipografia, E. Barigazzi [dal n. 4:] Tip. A. Lucini & C.),
Size
in 4°,
Keyword
Architettura Arte Cataloghi Monografie

Description

PERIODICO Collezione completa. Qualche segno d’uso perimetrale e ingiallimento alle copertine; nel complesso più che buoni esemplari. «Spazio» è il capolavoro cartaceo dell’architetto Luigi Moretti (1907-1973), originale interprete del movimento moderno e affermato progettista, dal suo ruolo direttivo in seno all’Opera nazionale Balilla fino al Watergate di Washington nei primi anni ’60. Accuratamente preparata assieme ad Agnoldomenico Pica a partire dall’estate del 1949, sia sotto il profilo organizzativo che dal punto di vista grafico, «Spazio» esordisce nel luglio 1950 configurandosi come progetto grandioso, capace di coniugare qualità tipografica e di contributori, investimenti (redazioni a Milano, Roma, e in seguito Firenze e Parigi), proiezione internazionale (abstract in inglese, francese e castigliano): «La rivista propone, azzardando un’originalità solo in parte mitigata dal ricorso o dall’assonanza con altre testate coeve — e bisogna fare almeno i nomi di “Architecture d’aujourd’hui” o “Art d’aujourd’hui”, l’ameri-cana “Arts and Architecture” o l’italiana “Stile”, — un progetto editoriale complesso, fondato su un’ampia disamina culturale» per un’«impresa editoriale unica nel suo genere» (Tedeschi). -- La struttura interna dei quaderni rispetta un andamento costante, che muove da ricerche o rievocazioni storiche (da Caravaggio all’arte contemporanea passando dal futurismo) per procedere con focus su architettura costruttiva, d’interni e d’arredamento, chiudendo con una robusta e scelta sezione di taglio cronachistico. Numerosi e di assoluto rilievo sono gli scritti del direttore (magnifici i suoi approfondimenti sui valori funzionali dei dettagli decorativi), superato in quantità dal caporedattore Pica — il quale «risulta autore, tra articoli, notizie e piccoli trafiletti, di circa 120 scritti in sette numeri, firmati anche con pseudonimi quali Nautifile, Giovanni Tancredi, Sisto Villa, Angelo dell’Aquila, Callimaco, Ugo Diamare, nonché con sigle “a.p.”, “A.P.” e “A”.» (ivi) — e affiancato da ricorrenti collaboratori: Umberto Bernasconi, Angelo Canevari, Gino Severini, Sisto Villa, Ugo Diamare. Tra gli artisti e architetti valorizzati spiccano i nomi di Carlo Mollino, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri, Renzo Zanella, Antonio Gaudi, Adalberto Libera, Ugo Carrà, Vico Magistretti, Carlo De Carli, Ettore Sottsass (descritto da Alfonso Gatto!), Atanasio Soldati, Gianni Monnet, Vittoriano Viganò, Franco Albini, Carlo Pagani, Luciano Baldessari. Menzione a sé merita il numero 4 (gennaio-febbraio 1951) con il focus sull’arte astratta nel mondo (scritti di G.C. Argan, M. Seuphor, L. DEgrand, L. Döry, M. Gendel) e quindi in Italia (Severini, Bernasconi, Canevari, Dorazio, Guerrini e Perilli), sotto il titolo complessivo di «Punto sull’arte non obiettiva». -- L’impaginazione è magistrale, governata con sapiente acribia, gusto e originalità dal direttore stesso: «Il tutto va sciorinandosi con eleganza, anche attraverso una scelta tipografica di grande respiro sin dal formato […] ribadita anche da un sofisticato mélange di testi e di immagini. Immagini dovute non di rado a puntuali campagne fotografiche pubblicate talvolta a tutta pagina, ovvero montate come un testo nel testo costruito per estrapolazioni o tagli assimilabili a sequenze cinematografiche» (Tedeschi). Un lavoro capace di sintetizzare esperienze opposte come la monumentalità di «Civiltà», la lussuosa rivista dell’E 42, e l’inventiva ultramoderna di «Campo grafico», la rivista dei grafici d’avanguardia anni ’30, anche tramite virtuosismi tipografici quali inserti, tavole ripiegate, utilizzo di carte diverse, sapiente alternanza di bianco/nero, mono e bi-cromie, quadricromie, che la rendono da sfogliare un piacere per gli occhi. Le copertine sono altrettanto scelte, disegnate da Angelo Canevari (nn. 1-3) tramite sovrimpressione di grafica su sfondo fotografico ‘astrattizzato’; con motivi d’arte concreta da Alberto Magnelli (n. 4), lo stesso Moretti (n. 5) e Severini (n. 6); con una raffinata invenzione di pura ‘grafica tipografica’ da Charles Conrad (n. 7). -- La periodicità è inizialmente dichiarata mensile, poi abbandonata: vengono pubblicati tre numeri nel 1950, due nel ’51, uno nel ’52 e uno nel ’53; un rallentamento nelle uscite che denuncia tutte le difficoltà incontrate dall’ambizioso progetto, portato avanti per il gusto di terminare un programma pareggiando i costi di produzione. -- A partire dal numero 4 «Spazio» dialoga sempre più frequentemente con l’arte contemporanea e — via Severini — con Parigi nello specifico: prima Gualtieri di San Lazzaro, finalmente Michel Tapié, l’incontro con il quale costituisce l’inizio di un sodalizio che porterà Moretti ad aprire la galleria Spazio nel giugno-luglio 1954 con la mostra «Caratteri della pittura d’oggi», esponendo tra gli altri Alechinsky, Burri, Capogrossi, Dova, Falkenstein, Francis, Francken, Jorn, Ossorio, Pollock, Serpan, Tobey, Wols. L’attività della galleria si pone quale coda terminale della rivista: «La sede era in via Cadore 23, la stessa della redazione di “Spazio”. […] Tapié inizia a coordinare un’azione comune nel circuito delle gallerie Rive Droite di Parigi, Spazio di Roma e Martha Jackson di New York. La galleria chiuderà alla fine del 1955, dopo aver organizzato la mostra monografica di Serpan, nel settembre 1955, e la mostra collettiva Individualità d’oggi, nell’aprile maggio-giugno 1955, mostra già allestita a cura di Tapié alla galerie Rive Droite (Individualités aujourd’hui, marzo-aprile 1955)» (Tedeschi). Tedeschi, Algoritmie spaziali: gli artisti, la rivista Spazio e Luigi Moretti (Luigi Moretti, Milano 2010: 137-177); Rostagni, Luigi Moretti (Milano 2008), pp. 74-83

Edizione: collezione completa.
Logo Maremagnum en