Scelta e valutazione.

150 p. ; 24 x 16 cm. Pubblicazioni della Cattedra di filosofia. Università di Pisa. Facoltà di lingue e letterature straniere. Questo saggio sposa sostanzialmente l'ideale della Wertfreiheit della scienza weberiana nel riconoscimento in ultima istanza dell'arbitrarietà e soggettività delle scelte valoriali, che tuttavia non possono compromettere l'oggettività delle valutazioni e la loro giustificazione: caso mai – così anticipando un tema e una prospettiva ampiamente ripresi dalla metaetica di decenni a noi più vicini – occorre circoscrivere un orizzonte di ragionevolezza che permetta alle scelte, che pur s'ispirano a visioni del mondo alla radice incomparabili, di coesistere pluralisticamente. Gli interessi di Augusto Cecchini mossero in particolare delle scienze della vita di area francese, e poi si orientarono sempre più verso le dottrine freudiane e gli indirizzi della psicanalisi, studiati sia nella prospettiva pedagogica sia anche, più direttamente, dall'angolo visuale delle pratiche cliniche, senza comunque mai occultare i problemi della loro validità metodologica e applicativa. Cecchini ha lasciato un'impronta duratura, per il rigore fascinoso e avvolgente del suo argomentare e per l'efficacia delle esemplificazioni, che rivelavano tra l'altro la vastità delle sue conoscenze, dalla letteratura francese alla filosofia novecentesca, alle scienze sociali, alla psicologia. I suoi studi spaziano dalle istituzioni di psicanalisi, alle interpretazioni delle dottrine psicanalitiche di Wilhelm Reich e Karen Horney, dalla storia di filosofia alla pedagogia. Le sue riflessioni vertevano principalmente sulla sociologia strutturale di Talcott Parson e, soprattutto, sul Problema della «neutralità» delle scienze della storia e della società nel pensiero di Max Weber. Brossura editoriale, copertina in cartoncino flessibile di colore grigio, con titolo impresso al piatto e al dorso. Codice libreria 4252.