Lugano, Lo Scrigno de bibliofilo, s. d. (ma 1940 circa). In 8vo grande, pp. 157, stampata su carta avorio, front. in nero / seppia e tutte le pp. regolate in rosso, bross. orig. in carta. Prima edizione integrale, in lingua italiana, dei primi sei dialoghi latini di questo famoso racconto saffico, scrupolosamente letterale e condotta sul testo latino. La prima edizione dei dialoghi, un’edizione senza data, ma indubbiamente seicentesca, conteneva soltanto i primi cinque dialoghi. Il sesto dialogo pare compaia in un’edizione già seconda, anch’essa senza data e anch’essa seicentesca, pubblicata in Olanda verso il 1680 e citata come la migliore dal Brunet (il Brunet cita sei dialoghi in due volumi, e quindi viene da pensare che la sua edizione di riferimento, contenente già il sesto dialogo, sia in realtà la seconda). In merito alle prime edizioni del libro, non si sa con certezza quale sia la prima, poiché se ne citano almeno una decina solo seicentesche e tutte senza data; le successive edizioni si sono succedute fino al diciottesimo secolo e contenevano anche un settimo dialogo. É grossolana e senza cura, comprendente lacune, errori e travisamenti dell’originale, la precedente prima edizione novecentesca del 1926, condotta peraltro, a sua volta, non sull’originale ma su un rifacimento francese. Nella nota dell'editore a questa nostra edizione infatti si legge: “La presente traduzione italiana contiene i primi sei dialoghi ed è stata condotta sul testo dell'edizione pubblicata verso il 1680 in Olanda e citata come la migliore dal Brunet […]. La traduzione è scrupolosamente letterale ed è la prima integrale e condotta su testo latino che compaia in lingua italiana. Precedentemente ne era stata pubblicata un'altra, nel 1926, nella collezione “I classici dell'amore”, ma si trattava di una traduzione compiuta senza alcuna cura su un rifacimento francese, in cui, oltre a lacune, comprendenti a volte intere pagine del testo, si notano grossolani errori e travisamenti dell'originale”. Possiamo in ogni caso aggiungere che l’opera di Chorier cominciò a circolare fra la fine del secolo XVII e l’inizio del secolo diciottesimo negli ambienti libertini, come traduzione latina dall’originale spagnolo, ma l’opera è in realtà d’invenzione dello stesso autore (si pretendeva che l’originale fosse stato scritto in spagnolo da Luisa Sigea, poetessa e damigella della corte di Lisbona, e poi tradotto in latino da un certo Jean Meursius, umanista nato a Leida, in Olanda nel 1613); naturalmente, l’attribuzione alla Sigea era un’invenzione come quella del Meursius. Il manoscritto che circolò all’inizio del diciottesimo secolo negli ambienti libertini, ebbe numerose edizioni in latino con diversi titoli; fu tradotto più volte in francese, una a cura di Jean Terasson, nel 1750, e altre in inglese. Si Tratta di un vero e proprio manuale erotico, con lezioni ed esercitazioni pratiche. Ingiallimento e minimi difetti alla brossura, sporadiche fioriture, buono tutto l’interno.