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[27] carte non numerate più 2 veline protettive, così organizzate: nove carte beige chiaro con interfoliate due tavole protette da velina (ritratto di Marinetti in antiporta, Squisito al selz applicato su carta screziata), nove carte patinate, due carte beige chiaro, due carte patinate, tre carte color zabaione con réclame.
Publishers
s. n. (Tipografia Mercurio Rovereto),
Edition
Edizione originale.
Binding description
triplo punto metallico con copertina in brossura disegnata dall’autore in nero e blu su fondo azzurro carta da zucchero (dorso muto),
Description
LIBROEdizione originale.Ottimo esemplare non sofisticato; da segnalare solo ruggine all’originale pinzatura, che macchia minimamente la cerniera anteriore.In occasione di un mini-tour marinettiano nel Trentino, patrocinato dall’Istituto fascista di cultura (vd. «Il Brennero» del 3 aprile 1932), Depero si inventò questo «numero unico» che, nelle sue sapienti mani, diventò un vero e proprio libro d’artista. La copertina, realizzata in puro design tipografico, è un capolavoro di razionalismo secondo i canoni più puri della «Neue Typographie» di Jan Tschichold: talmente perfetta che Peter Saville, il celebre grafico della Factory Records, si limitò a trasporla (con una minima variante) a immagine dell’album «Movement» dei New Order (novembre 1981), immortalandola nella “Hall of Fame” del design. Al piatto posteriore, uno dei più bei disegni realizzati da Depero per Campari, a sua volta ripreso dalla stilista Lella Curiel per un foulard prodotto in occasione dell’epocale mostra «Futurismo & Futurismi» a Palazzo Grassi, Venezia 1986. -- All’interno, contenuti d’occasione sono abilmente mescolati a materiali provenienti da altri progetti deperiani, tra cui quella che è forse la più consistente pre-pubblicazione di materiali dal progettato e mai realizzato libro «New York: Film vissuto» (la bellissima tavola parolibera «Subway» in particolare), tavole e contenuti dal «Numero unico futurista Campari» dell’anno precedente, il grande olio «Squisito al Selz» riprodotto a colori, le opere esposte alla Biennale 1932, alcuni testi teorici (Realtà ed astrazione; Il cinematografo e la pittura dinamica) e tantissimo design di grande qualità, persino nelle ultime pagine meramente pubblicitarie. Accanto a materiali propri, una selezione di artisti (Balla, Prampolini, Fillia, Oriani, i padovani di Dormal e l’architetto De Giorgio, l’enarmonismo di Russolo) e poeti (Maino, Vianelli, Farfa, Gerbino, Escodamè e Marinetti con la grande tavola parolibera «Con Boccioni a Dosso Casina) particolarmente rappresentativi del futurismo a quell’altezza cronologica.Cammarota, Marinetti, 58; Id., Futurismo, 169.5 (con molte inesattezze); Salaris, Riviste, p. 274ss. (che descrive un es. con “pp. [50]” - ma la ns. descrizione è stata riscontrata in diversi esemplari); Lista, Le livre futuriste, p. 59 n. 131 (Subway)