Ode di Pindaro antichissimo poeta e principe de'greci lirici cioË, Olimpie, Pithie & Nemee Istmie. Tradotte in parafrasi, et in rima Toscana da Alessandro Adimari.Con tavole copiosissime e distinte tanto delle cose notabili, quanto de' proverbi, aforismi & altro, e con argomenti, e dimostrazioni dell'arte rettorica contenute in esse.

In 4∞, pieno cart. coevo, tassello in carta al dorso con tit. impresso in oro, 10ccnn-pp.748-(32ccnn). Tit. in rosso e nero, marca xil. al front. e (la stessa pi˘ grande anche al colophon) raffigurante una mano che mette uno strumento nel forno, testine, finalini e capilettera ornati in xilo. Splendido antip. inc. in rame da Carlo Audran su disegno di Vaiano che contiene il titolo 'Pindaro poeta greco tradotto in verso toscano'. Con 6 tavv. a piena p. inc. in rame n.t. (da p.7 a p.17) contenenti compless. 19 figg. raffiguranti gli antichi giochi atletici ed oggetti ad essi attinenti, come "cesti", strumenti musicali, un tripode ecc.+ altra inc. intercalata n.t. a p.551. A p.581 un secondo frontesp. con data di stampa 1632. Ogni ode tradotta (in tutto 45) Ë accompagnata da ricco apparato critico-retorico completato dalle "osservazioni" e dai ricchissimi Indici. Rarissima edizione originale. Sguardie ottocentesche. A quella anteriore sono applicate una pagina manoscritta in ortografia tardo settecentesca concernente indicazioni biografiche sull'Adimari e ex-libris Rinaldo da Buti senza marca. Altro ex-libris moderno sempre alla sguardia ant. Legatura stanca con segni d'uso, primi fascicoli leggermente allentati, ultime 3 cc. con piccoli interventi di restauro, minime fiorit. peraltro copia molto buona. (Cfr. Bruni-Evans, 2289; Gamba, 2054; Brunet IV-663; Graesse V-297)