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Rare and modern books

Immermann, Karl Leberecht (1796-1840)

MUENCHHAUSEN: UNA STORIA IN ARABESCHI DI CARLO IMMERMANN.

Casa Editrice Bianchi-Giovini, 1945

30.00 €

Bosio Dedalo M. Libreria Antiquaria

(Torino, Italy)

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Details

Year of publication
1945
Place of printing
Milano
Author
Immermann, Karl Leberecht (1796-1840)
Publishers
Casa Editrice Bianchi-Giovini
Keyword
letteratura tedesca, illustrati, traduzione
Binding description
Molto ben conservato, piccoli strappi sulla sovraccoperta.

Description

Tela editoriale con sovraccoperta illustrata, cm 22 x 14.5, pp XVI 696 (4), numerose illustrazioni in nero, antiporta a colori che riprende il piatto della sovraccoperta. Collana Aretusa, Narrativa Classica Italiana e Straniera. Buono stato. Prima edizione italiana integrale del classico dell'umorismo romantico tedesco, «Münchhausen. Eine Geschichte in Arabesken» di Karl Immermann (1839), traduzione che Bianca Ugo aveva iniziato per Bompiani e riuscì a terminare, nonostante le censure del regime, in questo volume stampato 20 giorni prima della Liberazione (la nota bibliografica indica marzo 1945, ma la data di fine stampa è 5 aprile, tipografia La Stampa Moderna) per la casa editrice che dirigeva col marito Ugo Dettore che curò la prefazione. Illustrazioni del pittore tedesco in esilio Rolando Hettner (1905-1978). Commovente testimonianza delle difficoltà incontrate dall'impresa editoriale Dettore-Ugo, questo libro è accompagnato da un talloncino che ricorda il bombardamento subito dalla casa editrice e la mancanza di materiali; la sovraccoperta poi è stampata al verso di quella di un altro volume, il primo tomo della travagliata edizione delle Mille e una Notte che gli editori poterono concludere solo nel 1956. Ugo Dettore (1910-1992), scrittore e traduttore, collaborò con Bompiani presso cui concepì il progetto del grande Dizionario letterario e in quella sede conobbe la moglie Bianca Ugo (1910-1982), traduttrice dal tedesco e l'inglese molto attiva negli anni '30 per Corticelli, Corbaccio, Mondadori, Elettra e lo stesso Bompiani. Sposati nel 1938 Dettore e Ugo fondarono nel 1942 una propria casa editrice intitolandola ad Aurelio Bianchi-Giovini, pubblicista anticlericale dell'Ottocento e nonno di Dettore. La Casa Editrice Bianchi-Giovini fu improntata al recupero di classici e alla traduzione di letterature straniere, patendo non pochi fastidi da parte del regime che spesso non concesse i nulla osta di pubblicazione e addirittura ordinò il sequestro e macero del Satyricon pubblicato nel 1943. La coppia si avvalse peraltro della collaborazione di intellettuali antifascisti quali Ada Prospero Gobetti e Massimo Mila, e nel 1944 fu brevemente incarcerata dai tedeschi a San Vittore. L'ambizioso progetto della Bianchi-Giovini partì con due collane di Saggistica letteraria («Europa») e letteratura («Aretusa»), e con l'Enciclopedia della Donna curata da Bianca Ugo; oltre a Dettore e Ugo, e ai succitati Prospero e Mila, tra i collaboratori della casa editrice ricordiamo Carlo Cordié, Mario Praz, Carlo Bo, Salvatore Fiume. L'ambizioso progetto editoriale, nonostante la pubblicazione nel dopoguerra di molti dei titoli bloccati dal regime, rimase largamente incompiuto e nella collezione Aretusa videro la luce solo 15 delle 150 opere previste. La separazione della coppia e le difficoltà economiche rallentarono molto i lavori; negli anni '50 Ugo Dettore iniziò a collaborare con Garzanti e la casa editrice Bianchi-Giovini, ormai proprietà della sola Bianca Ugo, languì fino a chiudere i battenti nel 1958. La curatissima collezione Aretusa resta una preziosa testimonianza di una delle più interessanti avventure editoriali italiane del '900.