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Modena,
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pei tipi della camera,
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MIRANDOLA MASSA CARRARA POESIA LINGUA EBRAICA
Description
In 4° (24,5x17 cm); VII, (1), 198 pp.e 4 c. di tav. Brossura editoriale (manca il dorso) con ricchi motivi. Qualche macchiolina di foxing e brunitura e qualche segno del tempo e per il resto in buone condizioni conservazione. Antico timbretto di provenienza privata allantiporta. Non comune raccolta di composizioni dedicate allArciduchessa Maria Beatrice di Savoia (Maria Beatrice Vittoria Giuseppina; Torino, 6 dicembre 1792 Castello del Catajo, 9 settembre 1840) duchessa di Modena, Reggio, Mirandola, Massa, Carrara, figlia maggiore del re Vittorio Emanuele I e dell'arciduchessa Maria Teresa d'Asburgo-Este, i suoi nonni paterni erano il re di Sardegna Vittorio Amedeo III e la regina Maria Antonietta di Borbone-Spagna; quelli materni l'arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este e la principessa Maria Beatrice d'Este, erede del Ducato di Modena e Reggio. Il 20 giugno 1812 Maria Beatrice sposò lo zio materno Francesco, arciduca d'Asburgo-Este; la coppia ricevette una dispensa papale per il matrimonio da Pio VII. Maria Beatrice acconsentì piangendo al matrimonio con lo zio, come ricorda il diario della sua "camerista", Monica Borron. Il matrimonio era stato pianificato in accordo con le mire dinastiche del marito, secondo cui i Savoia non seguivano la legge salica e perciò Maria Beatrice poteva aspirare al trono di Sardegna. Il marito divenne il 14 giugno 1814 Francesco IV, duca di Modena, Reggio e Mirandola. Come primogenita di Vittorio Emanuele I e quindi nipote di Carlo Emanuele IV, morto senza discendenza, Maria Beatrice aveva ereditato i diritti lasciati allo zio dal cardinale di York Enrico Benedetto Stuart, ultimo degli Stuart cattolici, e quindi formalmente era la legittima Sovrana di Scozia e Inghilterra per i cattolici britannici. I suddetti diritti furono poi trasmessi a suo figlio, l'Arciduca Francesco V d'Asburgo-Este, ultimo duca regnante del Ducato di Modena e Reggio, il quale li trasmise poi ai suoi discendenti.. I componimenti sono opera di diverse personalità del ducato fra le quali Antonio Peretti, Raisini Guglielmo, Giuseppe Riva, Mario Valdrighi, Carlo Malmusi, Cesare Campori, Paolo Abbati Marescotti, Pietro Gandini, Giuseppe Riva, Maria Teresa dEste, il correggese Giambattista Fantuzzi, Filippo Palmieri, Don Giuseppe Fabini (in lingua ebraica), Antonio Parenti, Bartolomeo Veratti ed altri. Non comune.