Lunga lettera autografa firmata inviata ad Augusto Guido Bianchi.

AUTOGRAFOLo scrittore e poeta bolognese scrive: “Una tua lettera pubblicata qualche giorno addietro nel Corriere della Sera mi ha fatto riflettere ancora una volta sulla caducità delle cose umane […] e sul denso velario di caligine che si addensa talvolta sugli umani propositi. Una ventina di anni fa […] ti spedii raccomandato da Bologna il manoscritto di un libro di versi intitolato “Il libro delle chimere”; e parecchi anni dopo – nel 1915 credo – te ne spedii qua da Camogli un altro […] dal titolo “Le Grazie e le Streghe” (pensieri, aforismi, paradossi ecc.). Scopo delle due spedizioni fu […] quello di pregarti di trovare a Milano un Editore […]. Adesso, dopo tanti anni, mi ricordo di quei due manoscritti, non già per farli stampare, ma per rileggerli o, probabilmente, per emendarli. E ho bisogno che lo faccia per un dovere che ho verso me stesso […]. Presto verrò a Milano. Prima, però, vorrei che tu mi scrivessi qualcosa su due libri manoscritti […]. E vedrai che sono tutt’altro che un brontolone e un seccante […]”.