Details
Place of printing
Milano,
Author
Quasimodo, Salvatore (Prefazione Di Luciano Anceschi)
Pages
pp. 240 [6 di indice], 1 carta n.n. ab initio (bianca) et in fine (con sottoscrizione tipografica).
Series
collana «Letteratura» n. 1,
Publishers
Edizioni di Corrente (stampa: Officine Grafiche «Esperia»),
Keyword
Poesia Italiana del '900Letteratura Antica
Binding description
legatura editoriale in piena tela color verde petrolio stampata in bianco al piatto anteriore e al dorso,
Description
LIBROEdizione originale, tiratura di testa.CON AUTOGRAFO.Straordinario esemplare: la copia del critico d’arte e poeta Raffaele Carrieri, pregiata da dedica autografa dell’autore «a Raffaele, con grande affetto il tuo Salvatore | Milano, giugno 1940». Esemplare n. 10 di soli 100 numerati su carta di pregio e rilegati, nella serie di testa, ben completo della firma autografa di Quasimodo al colophon.Rarissima tiratura di pregio in soli 100 esemplari numerati su bella carta avorio in barbe, firmati dal poeta al colophon. Epocale traduzione dei lirici greci, con testo originale a fronte: fu alla base di un vero e proprio fenomendo di riappropriazione culturale di quel patrimonio. -- «La memorabile traduzione dei “Lirici greci” (Milano 1940) fu pubblicata per le Edizioni di “Corrente”, con una prefazione di Anceschi, suscitando entusiasmi e polemiche, anche in ambito accademico. Dopo aver suggerito una più generale omologia fra lirici greci e poeti contemporanei (i lirici nuovi dell’antologia da lui curata nel 1943), Anceschi promosse l’equivalenza tutta quasimodiana fra sicilianità e grecità trascendentale e fra traduzione e poesia. L’esperienza di “Erato e Apòllion” avrebbe fatto affiorare, attraverso l’evocazione di una Sicilia originaria e favolosa, “il musicale ricordo di una Grecia piuttosto dionisiaca che pitagorica, di una Grecia del sesso e degli elementi” (L. Anceschi, introduzione ai Lirici greci, p. 66). Anceschi sostenne, inoltre, che le traduzioni dai lirici greci erano, a tutti gli effetti, poesie di Quasimodo e che, anzi, costituivano il secondo tempo della sua vicenda poetica: un punto di svolta e non soltanto il compimento della stagione ermetica. Gianfranco Contini, in seguito, affermò che le precedenti poesie di Quasimodo erano ideali traduzioni dal greco. Da queste involontarie premesse si arrivò al giudizio di Edoardo Sanguineti su Quasimodo poeta e traduttore: “Il suo più vero contributo originale alla poesia del nostro secolo non è da riconoscersi nella produzione creativa, ma nelle traduzioni dai “Lirici greci”, che sono uno dei documenti più significativi dell’intiera stagione ermetica” (Poesia italiana del Novecento, Torino 1969, p. 947). Antologizzando due poesie e tredici traduzioni, Sanguineti avrebbe così trasformato il poeta-traduttore in un traduttore-poeta» (C. Princiotta, voce DBI, vol. 85, 2016).
Edizione: edizione originale, tiratura di testa.