
Rare and modern books
Léopold Sédar Senghor
LIBERTÀ 1: NEGRITUDINE E UMANESIMO
RIZZOLI, 1974
unavailable
Studio Maglione Maria Luisa (Napoli, Italy)
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Description
Descrizione bibliografica
Titolo: Libertà 1.: Negritudine e umanesimo
Titolo originale: Liberté I : négritude et humanisme
Autore: Leopold Sedar Senghor
Prefazione di: Marcella Glisendi
Traduzione di: Amos Segala
Editore: Milano: Rizzoli, 1974
Lunghezza: 429 pagine; 21 cm
Soggetti: Colonialismo, Indipendenza, Lotta Politica, Riscatto, Goethe, Colonie, Africa Nera, Congo, Victor Hugo, Paul Éluard, Laye Camara, Diakaté, Amadou-kumba, Ranaivo, Albert Camus, Algeria, Dakar, Keita, Sourang, Bolambade, De Gaulle, Berger, Parigi, Francia, Anni '30, Bréton, Surrealismo, Manifesto, Letteratura, Cultura, Sociologia, Politica, Belgi, Congo, Intellettuali, élites, Razzismo, Filosofia dell'azione, Charles De Gaulle, Francia, Sorbona, Relazioni culturali, Bantù, Islam, Poesia Africana, Critica Letteraria, Bibliografia
Nato a Joal [Dakar, Senegal] nel 1906, brillante intellettuale di formazione europea, aderì durante il secondo conflitto mondiale alla 'Francia libera', contribuendo al rinnovamento della politica coloniale francese. Deputato socialista all'assemblea costituente francese nel 1945, e poi a quella nazionale nel 1946. Fu docente della Scuola nazionale della Francia d'oltremare a Paris (1948). Svolse una intensa attività politica nell'ambito dei movimenti nazionalisti dell'Africa francofona. Nel 1960 divenne presidente della Repubblica del Senegal. Filo-occidentale in politica estera, Senghor si è sempre opposto alla 'balcanizzazione' dell'Africa e ha seguito una linea di unità africana contribuendo tra l'altro alla fondazione della principale rivista politico-culturale del continente, «Présence Africaine».
Amico di Aimé Césaire, con lui elaborò negli anni '50 il fondamentale concetto di negritudine, inteso come recupero dell'identità africana snaturata dal colonialismo. A questi temi politici e culturali dedicò la sua ampia produzione poetica in lingua francese. Dalla prima raccolta poetica dei Canti d'ombra (Chants d'ombre, 1945), alle successive raccolte: Canti per Naëtt (Chants pour Naëtt, 1949), Etiopiche (Ethiopiques, 1956), Notturni (Nocturnes, 1961), Lettere d'inverno (Lettres d'hivernage, 1972). Sono versi che riprendono i motivi del folklore e della mitologia africani, cercando di uguagliare con il loro andamento melodioso e solenne, il ritmo e la cadenza dei canti popolari.
Senghor è autore anche di una importante Antologia della nuova poesia negra e malgascia in lingua francese (Anthologie de la nouvelle poésie nègre et malgache de langue française, 1948). E di testi teorici e politici tra cui ricordiamo: Libertà I : negritudine e umanesimo (Liberté I : négritude et humanisme, 1964), I fondamenti dell'africanità o negritudine e arabità (Les fondements de l'africanité ou négritude et et arabité, 1967), Il piano di decollo economico (Le plan du décollage économique, 1967). Opera critica è il saggio intitolato La parola in Paul Claudel e nei negro-africani (La parole chez Paul Claudel et chez les négro-africains, 1973).
La poesia e l'attività culturale di Senghor rimandano a un periodo storico ben preciso. Di fronte all'alternativa tra la lotta armata per la conquista dell'indipendenza dalle potenze coloniali e un atteggiamento di moderato indipendentismo, Senghor scelse senza cedere a compromessi etici la seconda strada che si rivelò quella più efficace, nel quadro della divisione del mondo nelle due potenze, USA e URSS. La politica unionista pan-africana di Senghor si scontrò contro la nuova realtà geopolitica, il compattarsi degli interessi convergenti tra stati coloniali e USA che tendevano a mantenere i paesi ex coloniali in uno stato di sudditanza economica e politica. Grazie al suo moderatismo e alla scelta filo-occidentale, il Senegal ha potuto mantenere per anni una posizione economicamente migliore, rispetto ad altri paesi africani; e il mantenimento di forme democratiche di governo. Negli anni '70 la situazione politica in Africa e anche nel Senegal si è poi aggravata. Dal punto di vista culturale, Senghor è stato onorato come tra i maggiori intellettuali del XX secolo africani, anche quando, negli anni successivi agli anni '60, il clima culturale è radicalmente cambiato con il procedere di nuove generazioni di intellettuali provenienti dal cosiddetto terzo e quarto-mondo, meno attaccati all'occidente e più autonomisti e radicali nelle scelte e nelle forme dell'espressione letteraria.