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MEDICINA BROWNAINA BROWN VALLERANO VITERBO ORIOLI CESENA, PATRIOTI MEDICINA BROWNIANA SCOTLAND
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In 8°; (2), 25-88 pp. Senza brossura ma non slegato. Prima edizione della seconda lettera scritta dal grande scienziato, fisico, filosofo, medico, archeologo, poeta, letterato, avvocato, giornalista e politico originario di Vallerano (Viterbo), Orioli Francesco, diretto al grande medico cesenate Bufalini Maurizio. L'autore analizza le teorie supportate da Bufalini legate alle teorie browniane confrontandole con le atre teorie in voga all'inizio del XIX° secolo legate alla teoria del vitalismo. Orioli fi celebre medico anche se in giovane età la professione non lo attraeva molto: lo troviamo, infatti, professore di fisica e filosofia nei seminari e nei licei dell'Urbe. Da Roma si trasferì a Perugia, dove si laureò in medicina. Nel 1815 insegnò fisica all'Università di Bologna. Nel 1830 partecipò con gli allievi all'insurrezione delle Romagne; successivamente fu eletto membro del governo provvisorio di Bologna, che fu sciolto in seguito all'intervento militare dell'Austria. Tentando di mettersi in salvo, Orioli salpò da Ancona diretto in Francia con un altro centinaio di rivoluzionari; ma il brigantino Isotta sul quale viaggiava venne catturato dall'allora capitano di vascello della marina austriaca Francesco Bandiera (padre dei due famosi fratelli Attilio ed Emilio) e tutti i rivoluzionari furono arrestati. Orioli venne incarcerato a Venezia. Poco dopo venne liberato, forse per mancanza di risultanze gravi sul suo conto. Iniziò così l'errare di Francesco Orioli, costretto a fuggire da terra in terra, inneggiando sempre all'Italia unita. Nella capitale francese fu professore di archeologia alla Università parigina della Sorbona. A Bruxelles insegnò psicologia. Soggiornò anche a Corfù, dove tenne un corso di fisica nell'università della città. Quando il nuovo papa, Pio IX, nel 1846, concesse l'amnistia, l'Orioli poté tornare a Roma, dove tenne la cattedra di archeologia. Le sue attitudini per il giornalismo non attesero molto per farsi notare, e così fondò un periodico politico che ebbe però vita breve, La Bilancia. Nel 1849 fu eletto deputato al parlamento della Repubblica Romana. Quando il governo pontificio fu restaurato, in riconoscimenti dei suoi meriti, fu nominato Consigliere di Stato. Morì a Roma il 5 novembre 1856. Buono stato di conservazione.