In 4° (cm 17 x 23); legatura coeva, del terzo quarto del secolo XVI, in piena pelle marrone, abilmente restaurata, dorso rifatto con cinque nervi rilevati, piatti delimitati da cornice di filetto dorato, al centro dello specchio spicca medaglione ovale con decorazioni in oro a volute di filetti e fogliate, disposte simmetricamente così da circoscrivere altro minuscolo ovale vuoto al centro; dorso rifatto in pelle marrone a 5 nervi rilevati; pp (32), 388, (1), 389-659, (67); grande impresa al front. del Chesneau; frontespizio restaurato con applicazione di velina al verso per integrare mancanza di cm 7 x 4 circa, piccola perdita di testo nel Privilegio al verso della carta, minuscoli tarli a sette cc iniziali. In testa al frontespizio, firma di François Caron d'Annonay, della celebre dinastia di medici dei secoli XVI e XVII. Due ritratti a piena pagina entro ovali di Giulio Cesare e Enrico III, quest'ultimo datato MDLXXXI, carta geografica a piena pagina della Gallia, con le città di Verona, Genua, Mediolanum, e il 'Padus flu.'; diciotto incisioni silografiche n. t., di cui tre a piena pagina; due raffigurano le città di Alesia (Alise) e Uxellodunum (Cadenac en Quercy), quest'ultima assai animata, ; particolari di fortificazioni illustrate con dovizia di dettagli tecnici e didascalie; schemi geometrici delle mura a scacchiere eretti dai Galli; e poi l'uro, l'alce, il bisonte, e il favoloso Unicorno, bizzarro bestiario che popola la 'Selva Ercinia'; l'A. si ispira per le descrizioni degli animali ai 'Commentarii della Moscovia' (1550) di Sigismondo di Herberstain, da cui trae anche le animate tavole. Nelle trecento pagine di Annotations l'A., prendendo spunto dai Commentari, descrive dettagliatamente la Gallia Transalpina (Francia) e Cisalpina (Padania), quest'ultima suddivisa ancora in Cispadana e Transpadana (da Salusses a Thurin a Verseil), parla a lungo delle Alpi difesa naturale e oggetto di terrore per i viandanti, enumera le località più importanti delle Alpi Marittine ('de Sceve à Salusses'), delle Cozie, Graie, Pennine, Pontine, Retiche, si sofferma a parlare delle particolarità di alcuni luoghi, come del monastero che sorge sulla cima del Gran San Bernardo, ospizio per i viandanti, . Illustra minuziosamente le località dei quattro valichi noti fin dall'antichità tra Francia e Italia (Savoia, Svizzera e Grigioni) e quelle degli otto individuati e descritti da Carlo VIII sceso alla conquista di Napoli nell'anno 1500: dal S. Bernardo, da Tarantasia (Yvrée et Verseil), da Chambéry (Novalèse, Suse), Delfinato (Pérouse. Sézane, Oulx, Eßilles), Embrun (colle Argentera, dell'Agnello, valli di Varaita e Maira, valli valdesi), Queyras, Argentera (val d'Esturiane -Stura-, Bresiez -Bersezio-, ville de Conny. Mont Viz. Marquisat de Scève), dal fiume Var per la Valle Roya, così descritta: 'Sentiero molto scosceso, disagevole, a malapena praticabile dagli asini e dai muli che trasportano il sale'. Esemplare della seconda introvabile edizione di questa sorprendente opera dell'astrologo, kabbalista, crittografo Vigenère, non reperita in alcuna copia nei database on line consultati, italiani e stranieri.