Le Muse napoletane. Egroche di Gian Alesio Abbattvtis. Addedecato ? lo Muto Llustro Segnore, e Patrone mio asseruandissemo, lo segnore Peppo Monte miedeco azzellentissemo, e Poeta fammosissemo

In-12 antico (cm. 6,6x12,9), pp. 143, al front. doppia xilografia (donna e viandante) e antiche firme di possesso, testatine e finalini xilogr. Dedicatoria firmata da Francesco Massari, in fine Imprimatur. Cop. muta in carta varese, liev. rifilato in testa, bruniture uniformi ad alcune pagine, lievi tracce di tarlo, picc. strappo a p. 23 con perdita di alcune lettere, antiche glosse a china che correggono alcuni refusi. Nel complesso buon esemplare. Errore di stampa all`ultima ecloga, sesta invece che nona, ma esemplare completo delle famose nove ecloghe dialogate, scritte in dialetto napoletano -che assieme al Pentamerone hanno reso immortale il Basile - apparse con lo pseudonimo di Gian Alesio Abbattutis (anagramma del suo nome) e pubblicate postume la prima volta nel 1635. In ogni ecloga, intitolate ognuna con il nome di una musa, sono descritti in modo satirico-ironico scene di vita napoletana: "Talia overo lo Cerriglio", dove si narra della famosa taverna e i fatti della Napoli cinquecentesca; "Tersicore o la Zita", in cui si esaltano i pregi di una sposa; "Euterpe overo la Cortesciana", sul come fuggire le cattive donne; "Erato o lo Giovane Nzoraturo, sopra i piaceri e i disgusti del matrimonio.Cfr. Martorana, p. 22. Questa edizione non censita in SBN, dove riportata un`altra edizione apparsa lo stesso anno ma difforme dalla nostra, pubblicata dal Paci "su istanza di Francesco Massari, e Domenico Antonio Parrino librari". Cfr. ITICCUSBLE017602. Parenti, p. 64; Melzi, I, p. 2; Graesse, I, p. 306. Raro.