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Diogene Multimedia
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Narrativa di ambientazione storica, Narrativa biografica, Biografie: generale, Sicilia, XX secolo, 1900–1999
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«Il Lettore respira subito, tra le pagine del mio romanzo, la presenza di un modo molto siciliano di "sentire il Mondo" e ne coglie le sfaccettature. C'è, innanzitutto, Liborio Lazzaro, incarnazione di una Sicilia antica che viene dal Feudo ma che sa aprirsi ai tempi nuovi con prudenza e comprensione degli scenari che cambiano. Liborio è morto da tempo ma è una figura incombente che guida l'azione del nipote Filippo e incarna quasi le valenze di un Nume Tutelare. Filippo crede ciecamente nella famiglia, la difende con ogni mezzo e stravede per la figlia Eleonora. L'uomo è incarnazione di una "cultura mafiosa" duttile, vive tra le maglie del Potere e sa che deve farsi Massone per aumentare la possibilità di essere regista occulto degli avvenimenti. La figlia Eleonora, da parte sua, rappresenta quasi un esempio di "Sicilitudine esportata." Esercita la professione di avvocato a Milano, "fonde" il cinismo palermitano con quello milanese, arricchisce e quasi costruisce una solitudine che finirà con l'avvolgerla. Dall'altra parte della "barricata culturale" ci sta la famiglia Lo Nardo. Il padre avverte la vita:come lavoro e sacrificio, la madre Rosaria conosce la "logica della sofferenza" e il figlio Bartolomeo viene sentito come un dono del Signore che la premia oltre i suoi meriti. I due coniugi, poi, sono legati da un vero amore, sopporteranno quasi in simbiosi le avversità e le loro morti, soprattutto se confrontate con quella di Filippo Lazzaro, avvengono nel segno di una dignità che sa farsi poesia. Due parole, infine, per Bartolomeo. Testa calda e tentato dal brigatismo rosso, si ritroverà in carcere per colpe non commesse ma, grazie anche all'incontro con Padre Lorenzo, supererà la difficile prova, maturerà in senso riformistico le sue convinzioni politiche e riuscirà a costruirsi una vita normale, accanto ad una donna che saprà come amarlo. Ho cercato di restituire la Sicilia a se stessa, evitando scorciatoie e unilateralismi e sfuggendo le "tentazioni caricaturali" che certa facile letteratura potrebbe suggerire.» (Emilio Angelini)