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(Londra, John Wolf, 1584) Stampata nella nobile città di, Bengodi, nell'Italia altre volte più felice, (dal Barbagrigia, stampatore), 20 Ottobre 1584.
Description
Tre parti in un vol. in-8°; I: 6 cc. nn., 219 pp. ed errata all'ultima pagina non numerata - II: 3 cc. nn., 373 pp. con errata al verso, 2 cc. bianche - III: 6 cc. nn., 16 pp. Legatura in tutto marocchino nocciola alle armi del collezionista inglese George Matthew Fortescue (1791-1877), stampate a secco sul piatto frontale, filetto dorato ai piatti e al dorso, titolo impresso in oro su tassello in marocchino scuro al dorso, tagli spruzzati in rosso (dorso e cerniere restaurate). Qualche carta un poco brunita. Bell’esemplare. Prima rarissima edizione delle quattro clandestine attribuite ai torchi londinesi di John Wolf, completa dell'errata della seconda parte. Quest’ultimo stampò numerosi testi proibiti, tra cui altre opere di Aretino e Machiavelli, compreso il Principe. Queste operazioni, di cui si camuffavano i dati editoriali in via precauzionale e per facilitarne il commercio sotterraneo, si rivolgevano alle comunità di esuli italiani, religionis causa, a Londra e in altre città d'Europa, come anche ai lettori e pensatori più spregiudicati rimasti in un'Italia stretta ormai dalle maglie controriformistiche. In questa edizione troviamo per la prima volta insieme le sei giornate che compongono le prime e più celebri due parti dei Ragionamenti tra la cortigiana Nanna, la collega Antonia e la figlia Pippa intorno ai maneggi di monache, maritate e, più esattamente, prostitute: la prima parte era uscita nel 1534, la seconda a due anni distanza, mentre nel "Dialogo del divino Aretino", edizione "parigina" senza data certamente data alla luce a Roma intorno al 1540, erano state raccolte solo 4 giornate, senza le due iniziali. Seguono il Ragionamento del frate Zoppino a Ludovico puttaniere, con la genealogia di tutte le cortigiane romane, e due altre famose opere licenziose partorite da Annibal Caro all'interno della goliardica Accademia delle Virtù a Roma, ossia il commento di Ser Agresto Ficaruolo alla Ficheide di Padre Siceo (il Molza) e la Diceria dei Nasi rivolto a Giovanfrancesco Leoni, re dei Virtuosi. Tutta la raccolta è marcata da toni libertari e polemici contro la repressione inquisitoriale romana, a cominciare dall'adagio latino ai piedi dei titoli tratto dall'Andria di Terenzio ("la verità attira l'odio", opposta nell'originale all'adulazione che porta falsi amici) e dalla presentazione dell'autore come il "Flagello dei Principi, il divin Pietro Aretino", nelle parole di Ariosto nel Furioso. Di notevole portata anche le dedica iniziale al lettore firmata, forse da Wolf, come Barbagrigia, il nome un tempo usato da Antonio Blado quale accademico virtuoso e stampatore nel 1539, della princeps del Commento e della Diceria del Caro. In quest'ultima pubblicazione, Blado/Barbagrigia si era definitio scherzosamente come originario di 'Bengodi' e aveva scritto due prefazioni, qui riproposte. Wolf completerà la raccolta dei Ragionamenti aretiniani con un'edizione del 1589 della Terza parte (uscita nel 1539), sottoscritta con lo pseudonimo Gio. Andrea del Melagrano. Casi 157. Adams A 1581. Brunet I, 411. EDIT16 2482.