Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Rare and modern books

HEREDIA, Josè Maria de - ERAUSO, Catalina de

La nonne Alferez. Illustrations de Daniel Vierge. Gravees par Privat-Richard.

Paris, Alphonse Lemerre, 1894

90.00 €

Govi Libreria Antiquaria

(Modena, Italy)

Ask for more info

Payment methods

Details

Year of publication
1894
Place of printing
Paris
Author
HEREDIA, Josè Maria de - ERAUSO, Catalina de
Publishers
Paris, Alphonse Lemerre
Keyword
Miscellanea di opere minori
State of preservation
Good
Languages
Italian
Binding
Hardcover
Condition
Used

Description

In 16mo (mm 140x82); pp. [2], VII, [1], 175, [1]. Vignetta editoriale al frontespizio, illustrazioni in bianco e nero nel testo. Carrtonato colorato con titolo e piccoli frrgi in oro su tassello al dorso. Fa parte della collana: "Collection Lemerre illustrée".
José-Maria de Heredia (La Fortuna, 1842 - castello di Bourdonné, 1905) poeta francese d'origine cubana, eletto all'Académie Française nel 1894. Fu uno dei massimi esponenti del Parnassianesimo.
Catalina de Erauso, nota anche come La Monja Alférez (La Suora Tenente) (Donostia, 1592 - Cuetlaxtla, 1650), fu una leggendaria personalità spagnola nella prima metà del XVII secolo. Figlia del capitano Miguel de Erauso, a quattro anni entrò nel convento domenicano di San Sebastián el Antiguo assieme a due sue sorelle. Oppressa e vessata da una delle religiose, Catalina fuggì dal monastero a 15 anni, poco prima di prendere i voti. Si finse uomo ed assunse il nome Francisco de Loyola, quindi intraprese un lungo viaggio da San Sebastian a Valladolid. Da qui visitò Bilbao, dove si imbarcò su di una nave e raggiunse l'America spagnola dove si  arruolò come soldato col nome di Alonso Díaz Ramírez de Guzmán. Servì sotto vari capitani, compreso probabilmente il fratello, che tuttavia non la riconobbe.  Gravemente ferita nel corso di una battaglia nei pressi di Cuzco, confessandosi sul letto di morte rivelò il proprio sesso. Catalina tuttavia non morì e dopo quattro mesi di convalescenza ripartì verso Guamanga. Per evitare altri problemi confessò il proprio sesso al vescovo che la convinse ad entrare in convento. Nel frattempo la sua storia fece il giro del mondo. Nel 1620 fu convocata dall'arcivescovo di Lima, mentre nel 1624 fece ritorno in Spagna. Si recò quindi a Roma e visitò il resto d'Italia, dove raggiunse una fama tale da meritarle una speciale dispensa da parte di papa Urbano VIII che le consentiva di indossare abiti da uomo.  Dopo aver fatto ritorno in Spagna si imbarcò per la Nuova Spagna dove adottò il nome di Antonio de Erauso e dove morì nel 1650.