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Arte italiana contemporanea, Arte americana contemporanea, Storia dell’arte, Teoria dell’arte, Seconda metà del XX secolo, 1950–1999
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Il passaggio tra secondo dopoguerra e ultimo Novecento, in cui molteplici furono le interrelazioni tra l’arte italiana e la situazione statunitense, ci consegna una tradizione nuova in merito a questioni estetiche cruciali – lo statuto dell’opera d’arte, dello spettatore, dell’artista, ad esempio – e un canone recente. Dopo alcuni prodromi nell’esilio americano di Venturi, si determinano, tra il declino informale e l’affermazione delle vicende poveriste, dall’ultimo anno kennedyano al ritorno di Sonnabend a New York (1963-1971), un’area di scambio compiutamente comune e un momento nevralgico di svolta e future canonizzazioni. In queste acque non territoriali fanno rotta per e dall’America dapprima Lionello Venturi e poi, nel periodo considerato, Leo Castelli, Ileana Shapira, Bruno Alfieri, Alan Solomon, Milton Gendel, Michelangelo Pistoletto, Lucio Fontana, tra molti altri. In un’ottica di internazionalismo effettivamente vasto, ma effettivamente solo occidentale – lontane ancora le salutari prospettive postcolonialiste – tra sottese diaspore e guerre più o meno fredde, queste figure fanno da ponte tra le due sponde dell’Oceano, sottoponendo a revisione sistema e concezione dell’arte. Una vicenda che si dipana fra continenti e città, tra Roma, Venezia, Milano, Torino, New York e Minneapolis, fra le altre, ma anche tra le pagine delle riviste – da «ARTnews» ad «Artforum» da «Metro» a «Domus» ad «Art International» – strumento imprescindibile di questo confronto. L’indagine si sofferma sui meccanismi di scambio critico e ricezione, analizzandone i principali temi estetici. Dal discrimine stretto di quegli anni – e dai nodali rapporti tra Italia e Stati Uniti in particolare – deriva infatti un mutamento epocale, connesso a nuovi problemi estetici. Sebbene questa contemporaneità vicina, interessata da fenomeni mediatici e dall’accelerazione anche culturale, resista ai tentativi di narrazione storiografica distesa, una possibile storia si svolge con approfondimenti e focalizzazioni sulle carriere americane di Pistoletto e Fontana, portandoci in medias res nel delicato momento di nascita dell’arte nuova giunta fino a noi.