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Rare and modern books

Pacchiani Francesco (Prato 1771 - Firenze 1835)

In morte di FERDINANDO III Gran-Duca di TOSCANA. Canto. Con Cenni biografici sull'Accademico della Crusca PACCHIANI, di Michele FERRUCCI.

dalla tip. di Lador e Ramboz, 1837

36.00 €

Le Colonne Libreria

(Torino, Italy)

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Details

Year of publication
1837
Place of printing
Ginevra
Author
Pacchiani Francesco (Prato 1771 - Firenze 1835)
Publishers
dalla tip. di Lador e Ramboz
Keyword
Toscana - Funeralia - Poesia

Description

In-4° (cm. 29x23,3), pp. (2b), 15, (1). Bross. edit. con bel tit. orn. Qc. orecchia e gualcitura; lievi fior. quasi solo ai margini. Front. elegante e testo entro doppio filetto. Dedica a stampa del Conte OSTERMANN TOLSTOY al Conte Vittorio FOSSOMBRONI Consigliere di Stato. Cenni biografici sull'Accademico della Crusca PACCHIANI, di Michele FERRUCCI. Rara plaquette, distinta veste tipografica. FERDINANDO (Firenze 1769-1824), a causa di Napoleone nel 1801 Ferdinando dovette abdicare al trono di Toscana, ricevendo in compenso prima (1803) il Granducato di Salisburgo, nato con la secolarizzazione dell'ex Principato arcivescovile e poi (1805) il Granducato di Würzburg, altro Stato sorto con la secolarizzazione di un Principato vescovile. Dopo, nella restaurazione, un esempio di mitezza e buon senso: non vi furono epurazioni del personale che aveva operato nel periodo francese; non si abrogarono le leggi francesi in materia civile ed economica (salvo il divorzio) e dove si effettuarono restaurazioni si ebbe il ritorno delle già avanzate leggi leopoldine, come in campo penale. PACCHIANI, scienziato e docente molto stimato dal granduca Ferdinando III e da vari studiosi e intellettuali (come Guglielmo Libri), era un ottimo docente, amato dai suoi studenti, soprattutto dai più giovani. Una sua teoria sull'acido muriatico agitò l’intera comunità scientifica europea, da Volta a Joseph-Louis Gay-Lussac, da George Cuvier ad Alexander von Humboldt. Dopo una fase di iniziale entusiasmo, le esperienze effettuate da numerosi fisici e chimici (in particolare Jean-Baptiste Biot e Louis-Jacques Thénard) giunsero a negare la validità della scoperta di Pacchiani.