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Donzelli (6 dicembre 2018) Collana: Saggi. Storia e scienze, Sociali
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8vo, br. ed. pp.378. ´I vampiri, assumendo connotati diversi, ritornano, prima o poi. Anche i libri sui vampiri - cosÏ sperano i loro autori - hanno una qualche possibilit‡ di ritornare, di non morireª. CosÏ Vito Teti introduce il ritorno di questo libro in una nuova edizione completamente rivisitata, a chiudere idealmente quel ´trittico della melanconiaª che comprende Il senso dei luoghi e Quel che resta. Ma ogni ritorno Ë anche una novit‡, e cosÏ Ë per questo saggio, che si arricchisce di un ampio capitolo e di un ricco apparato iconografico che segue l'immaginario del revenant nelle sue rappresentazioni antiche e declinazioni contemporanee. La figura del vampiro offre elementi di riflessione per approfondire il passaggio del mondo occidentale alla modernit‡. Se, nelle societ‡ tradizionali, il vampiro folklorico non puÚ essere separato dalla paura del ritorno, perturbante e pericoloso, dei defunti, proprio l'Occidente colto e illuminato settecentesco Ë l'ambito in cui Ë possibile cogliere l'origine del complesso fenomeno storico del ´ritornoª dei vampiri. Nel momento in cui melanconia e rovine si apprestano a raccontare i contrasti del lento affermarsi del moderno - che esorcizza alterit‡, malattia, follia, morte -, il vampiro rinasce nella letteratura come metafora di figure ambivalenti, ponendo cosÏ le basi per ´contagiareª gli aspetti culturali caratterizzanti la tradizione occidentale contemporanea, dalla psicoanalisi al cinema, ai fumetti e a internet. L'inedito capitolo finale riannoda il filo di una riflessione sul sentimento dei luoghi, addentrandosi nell'esplorazione delle recenti metafore, positive e negative, del vampiro all'inizio del nuovo millennio. Il vampiro che abita le rovine postmoderne - dal Muro di Berlino a Baghdad, dalle Torri Gemelle alle macerie dei terremoti - e incarna paure legate all'angoscia della fine del mondo ci ricorda la necessit‡ di ristabilire un dialogo con i defunti, senza espellerli come vampiri distruttivi, ma riconoscendoli come parte integrante della comunit‡ dei viventi. In questo senso, il libro afferma una filosofia ´contro la morteª, cogliendo spunti l‡ dove la metafora del vampiro sembra aprire a un diverso rapporto con l'altro e a un riconoscimento della diversit‡.