In Napoli, ad istanza di Antonio Bulifon libraro all'Insegna della Sirena, 1674. In 16mo; pp.12n.nn., 633, 3n.nn. Pergamena coeva, titolo calligrafato al dorso. Ex libris. Rara e celebre raccolta di fiabe in dialetto napoletano, la più antica opera di racconti fiabeschi e tradizioni popolari della storia europea. In questa edizione compare per la prima volta il titolo "Pentamerone". Lo Cunto de li Cunte ebbe grande influenza in tutta Europa su scrittori come C. Brentano, i fratelli Grimm, Perrault, Carlo Gozzi, Wieland. Dall'introduzione di Benedetto Croce all'edizione del 1891: "Il Cunto de li Cunti è un libro di fiabe. E le fiabe, non occorre quasi il dirlo, sono racconti popolari tradizionali di avventure, alle quali pigliano parte esseri umani, ed esseri sovraumani od estraumani della mitologia popolare, come fate, orchi, animali parlanti, ecc. Questo complesso di racconti tradizionali, la cui origine è incerta e discussa e risale senza dubbio a una remota antichità, viene ora considerato dalla moderna filologia come un gruppo di documenti importanti per la storia del genere umano e per la psicologia popolare. Ma, per molti secoli, essi non furono se non un oggetto di diletto e di trattenimento pel popolo ingenuo e pei fanciulli, che avidamente li ascoltavano: lo scienziato disdegnava d'appressarvisi, e solo, di rado, vi si appressò l'artista. E uno dei primi artisti, anzi il primo, che vi si appressasse, fu appunto il nostro Giambattista Basile. Nel 1674 l'editore Antonio Bulifon, un francese stabilito a Napoli, «vedendo, com’egli stesso dice, che veniva sommamente desiderato questo, altrettanto arguto quanto giocoso, Pentamerone del vivace e bizzarro ingegno del Cavalier Giovan Battista Basile», fece sì che, «ridotto alla vera lettione, per mezzo delle stampe ei rinascesse». Chi lo ridusse alla «vera lettione» fu un abate pugliese, Pompeo Sarnelli, poi vescovo di Bisceglie, appassionato cultore del dialetto napoletano, che allora serviva, a quanto sembra, da correttore nella stamperia del Bulifon. Il Cunto de li Cunti fu, in quest'edizione, intitolato, per la prima volta, sul frontespizio: Il Pentamerone: titolo più breve, che ricorda illustri precedenti, e che perciò prevalse. Ed, anche sul frontespizio, è detto «co tutte le zeremonie corrietto»; e, certo, il Sarnelli vi spese intorno molte cure". Le cinquanta fiabe delle cinque giornate sono tutte collegate tra loro, e racchiuse in una cornice generale, che ravvicina questo libro di fiabe ai più classici libri italiani di novelle, ai Decameron, alle Cene, ai Diporti, alle Piacevoli Notti, ecc. Pironti, Editori francesi in Napoli, pag.87.