Details
Place of printing
Vercelli
Author
Gariglio, Jacopo (Piobesi - Torino? Xviii Sec.) [Traduttore]
Publishers
Dalla Tipografia Patria
Keyword
Retorica, autori piemontesi, editori piemontesi, Vercelli, giacobinismo piemontese, letteratura latina, letteratura latina tradotta, pedagogia
Binding description
Uno strappo sulla carta *4 del primo tomo, e uno sull’occhietto del terzo, ordinari segni del tempo ma bell’esemplare, fresco e ben conservato
Description
Quattro volumi in 8vo, cm 17.5x11.5, legati in piena pergamena rigida coeva con titoli entro tassello bicolore, tagli spruzzati; pp 38 (2) 437 (3), 406 (2), 470 (10), 376 (8), bianca l’ultima carta nel terzo e nel quarto volume. In calce al terzo tomo il CATALOGO DEI LIBRI STAMPATI NELLA TIPOGRAFIA PATRIA DI VERCELLI DALL’APRIMENTO DI ESSA IN AGOSTO 1777 A TUTTO IL 1780 (di 5 pagine) e in calce al quarto due pagine con elenco delle PRODUZIONI RECENTI DELLA STAMPERIA PATRIA. Sui frontespizi marca tipografica composta di medaglione bordato di lauro con civetta appollaiata su libro portante iniziali T.P. e circondata dal motto greco ΨΥΧΗΣ ΙΑΤΡΕΙΟΝ, e ai colophon altra marca con leone accucciato alla base d’un albero di melograno e motto latino ADDENDUM. Segnatura: *8 **8 ***4 A-Dd8 Ee4, A-Bb8 Cc4, A-Gg8, A-Aa8. Uno strappo sulla carta *4 del primo tomo, e sull’occhietto del terzo, ma bell’esemplare, fresco e ben conservato. Buona traduzione, lodata da Gamba (“Siamo debitori a Iacopo Gariglio dell’unica versione oggidì leggibile, fatta su testi latini”), dell’Institutio Oratoria, unica opera giunta a noi completa di Marco Fabio Quintiliano. Non a caso a questo fondamentale testo di formazione retorica e di educazione dedicò i suoi ingegni Jacopo Gariglio, letterato e pedagogo piemontese, professore di retorica a Vercelli e Torino, traduttore di Orazio e Cicerone. Nella prefazione Gariglio chiarisce come l’Institutio sia da preferirsi alla Retorica di Aristotle e al De Oratore di Cicerone nel concreto uso didattico per la maggior chiarezza e sistematicità del contenuto e per l’abbondanza di massime morali; in Quintiliano potranno “i genitori cavar regole per ben allevare i loro figlioli, i maestri per istruire i loro discepoli nelle differenti classi, e gli scolari per far progresso negli studi; gli oratori per perfezionarsi sempre più, i legali stessi per la buona condotta nella lor professione, e perfino i musici dolce pascolo per loro”. La traduzione, e la scelta del testo per l’uso didattico, rispondevano evidentemente a una sentita esigenza e l’opera fu più volte ristampata a Milano (da Silvestri), Venezia, Napoli e Parma. Intimo amico del Gariglio era l’editore Giovanni Antonio Ranza (Vercelli 1741 - Torino 1801) che tra il 1777 e il 1790 mise in opera con la Tipografia Patria un progetto di editoria civile di stampo illuminista ed indipendente rispetto alle autorità politiche e religiose per le quali stampava invece a pieno regime la concittadina tipografia Panialis. Molteplici motti ed insegne nei volumi della Tipografia Patria rimarcano un forte richiamo alla classicità; l’impresa più utilizzata è quella della civetta col motto che campeggiava sulla porta della Biblioteca di Alessandria, ΨΥΧΗΣ ΙΑΤΡΕΙΟΝ (ospedale dell’anima). Dopo l’esperienza della Stamperia Patria “espressione più alta della cultura della provincia subalpina del Settecento” (Andrea Merlotti, voce Ranza, G. A. in DBI vol 86 2006) il Ranza iniziò un’attività politica che lo pose al centro del movimento giacobino e democratico italiano. Bibliografia: Gamba, 2409; Gorini, Vercelli nei libri e nelle stampe del Settecento, 1961, p. 235; Vernazza di Ferney, Dizionario dei tipografi . 1859, p. 303.