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In Genova
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per Adomo Scionico sulla Piazza di S. Lorenzo
Description
In-8° (195 x 130 mm), pp. VII, 196, due tavole ripiegate f.t., legatura in piena pelle con titolo e ricchi fregi in oro al dorso. Alcune spellature alla legatura. Carlo Gandini nacque a Verona nel 1705 e nella città scaligera ebbe la prima formazione in un istituto tenuto da religiosi. Completò gli studi superiori di medicina e filosofia probabilmente presso l'Università di Padova, dove forse seguì le lezioni di G.B. Morgagni, G. Pontedera e A. Vallisneri, che lì insegnavano tra il 1720 e il 1730, gli anni in cui si situerebbe la sua presenza nello studio patavino. Conclusa la formazione universitaria, dal 1727 il G. iniziò a esercitare la medicina pratica presumibilmente a Verona, dove soggiornò per qualche tempo, entrando forse in contrasto con il Collegio medico a causa della sua insofferenza per i metodi tradizionali. Dal 1734 - 1735, iniziò un lungo periodo di peregrinazioni, 'ventidue anni di giro fatto per osservare li metodi diversi di Europa sopra i morbi a cadaun paese peculiari' (Disamina, p. 122), che lo portò a familiarizzare con gli orientamenti delle diverse scuole europee. Tale scelta derivava nel G. dalla sfiducia con cui guardava alle modalità di formazione solo teorica della classe medica, che perpetuavano le 'costumanze' locali di università e collegi medici e ne facevano mondi separati con metodi e filosofie contrastanti. Di fronte a tale fissità, che impediva alla medicina di mutarsi in scienza certa, il G. preferiva una formazione 'itinerante', capace di confrontare direttamente i diversi indirizzi clinici e terapeutici: 'il peregrinare di un medico moltissimo giova allo acquisto di entrambe le parti della medicina […] ed alla pratica specialmente' (ibid., pp. 27, 30 s.). Viaggiò così per Germania, Olanda, Inghilterra e, a Londra, fu 'ocular inspettatore' (Fadda, p. 175) dell'innesto del vaiolo, di cui sarebbe divenuto tenace sostenitore negli anni seguenti. Dalla Sicilia si mosse, tra il 1740 e il 1744, per compiere almeno tre viaggi in Spagna. Scopo dichiarato del primo era quello di entrare in contatto con l'insegnamento di F. Solano de Luque, esponente di punta del rinnovamento della medicina iberica, morto due anni prima, e approfondire de visu la conoscenza della 'solaniana dottrina', la teoria di interpretazione dello stato fisico umano tramite la semiotica dei polsi esposta in un trattato ormai divenuto rarissimo di cui il G. riuscì a ottenere una copia solo nel secondo viaggio iberico, nel 1742 a Cadice, dal medico M. Gutierrez de los Ríos, fervido seguace del Solano, che introdusse il veronese alla pratica dell'arte 'dei polsi'. Il metodo polsistico adottato dal Gandini si avvicinava a quello illustrato dal Bordeu. questo metodo assumeva un valore altamente formativo per i giovani medici che potevano così osservare le variazioni fisiologiche normali e la comparsa di stati patologici, apprendendo a discernere i segni della malattia. Brugnoli, p. 24. Bibliotheca Walleriana, 1, p. 157.