Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Rare and modern books

Dolores Prato, Elena Frontaloni

Giù la piazza non c'è nessuno

Quodlibet, 2024

30.40 € 32.00 €

Quodlibet

(Macerata, Italy)

Ask for more info

Payment methods

Details

Year of publication
2024
ISBN
9788822922618
Author
Dolores Prato
Pages
888
Series
Biblioteca (1)
Publishers
Quodlibet
Size
223×141×57
Curator
Elena Frontaloni
Keyword
Narrativa moderna e contemporanea: generale e letteraria
State of preservation
New
Languages
Italian
Binding
Softcover
Condition
New

Description

"Giù la piazza non c’è nessuno" è il libro che Dolores Prato dedica alla sua infanzia di «bastarda integrale» – figlia di padre ignoto e di una madre che la affida a due vecchi zii all’età di tre anni – e a Treja, la piccola città delle Marche che fu «bambina con lei» tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. L’autrice compose questo lavoro quasi novantenne, «con la libertà estrema di chi gioca l’ultima carta», ricucendo e dettando appunti e brogliacci in parte già predisposti sin dagli anni Quaranta. Con piglio spericolato e perentorio, dalle pagine del testo sorgono davanti agli occhi del lettore, come se accadessero per la prima volta, il tappeto dai colori cangianti su cui la bambina s’incanta dopo aver temuto un nuovo abbandono; la sua inappetenza corretta forse dal consiglio di un medico, forse da una grazia estorta alla Madonna di Loreto; lo zio prete che verosimilmente ha strani commerci col diavolo e aggiusta senza chiedere compenso le pignatte rotte dei poveri; il chiacchiericcio del paese per gli sguardi d’amore alla finestra tra la figlia del macellaio e la sarta; Treja che è «una canestra enorme di persone, di paure, di meraviglie, di parole in movimento», dentro la quale la bambina non sa «d’essere infelice» e tuttavia impara, e crea i suoi saperi. Sovranamente musicale nell’attingere alle risorse dell’oralità, gioiosa nel labor limae, conscia dei toni e dei modi della satira antica, Dolores Prato regala alla letteratura del Novecento una miriade di immagini di un mondo scomparso, con descrizioni e accenni che compendiano e superano molti libri d’antropologia. Nello stesso tempo, crea un leggerissimo e ipnotico nastro narrativo, un caleidoscopio di visioni denso di humour e candore, di meraviglie e misteri, che catturano e avvincono, fanno sorridere e rabbrividire, perché accadono contemporaneamente negli occhi della bambina, dentro la città (e le case, le botteghe, la campagna) e nel presente magico e incandescente della sua scrittura.