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Rare and modern books

Caruso Alfio

Garibaldi, corruzione e tradimento. CosÏ crollÚ il Regno delle Due Sicilie

Neri Pozza 2020,

12.00 €

Pali s.r.l. Libreria

(Roma, Italy)

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Author
Caruso Alfio
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Neri Pozza 2020
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First edition
No

Description

8vo, br. ed. pp.329. Líimpresa dei Mille come mai Ë stata raccontata. Nel maggio del 1860, il Regno delle Due Sicilie rappresentava ancora la pi˘ grande e longeva realt‡ statuale dellíantico regime, un regno con la sua passata storia di Regno di Napoli e Regno di Sicilia plurisecolare che appariva, sulla carta, come la principale potenza della Penisola. Con líimpresa dei Mille, in soli sei mesi si dissolse. Una caduta tanto rapida quanto stupefacente, le cui cause sono tuttora oggetto di indagine e interrogazione da parte degli storici. Narrando dellíimpresa dei Mille come mai Ë stata raccontata, nel chiaro dei suoi eroismi e nello scuro di pettegolezzi, congiure di palazzo, voltafaccia improvvisi, diserzioni ben remunerate, Caruso mostra, in queste pagine, come corruzione e tradimento, insieme naturalmente alla risolutezza garibaldina, siano tra le principali cause della fine dei Borbone. Usando testi pi˘ celebrati, testimonianze quasi ignote e líintrigante memoir di padre Giuseppe Butt‡, cappellano del ix battaglione cacciatori di Francesco ii, cui rimarr‡ fedele sino alla fine, il racconto non trascura nessuno dei capitoli e dei personaggi in gioco in quella pagina fondamentale della nostra storia. CosÏ si apprende che nella scaramuccia di Calatafimi le camicie rosse di Garibaldi furono sempre il doppio dellíesangue battaglione borbonico spedito dal pavido generale Landi, pi˘ preoccupato di avere libera la via per Palermo che di ributtare a mare il nemico. La leggendaria incapacit‡ del luogotenente Lanza, intessuta di vigliaccheria e rassegnazione al punto tale da consegnare Palermo a un Garibaldi sul punto di abbandonarla, si unisce alle mille indecisioni di Francesco, sopraffatto dallíopportunismo di ministri e cortigiani, spesso a libro paga di Cavour. E nel libro campeggiano gli spericolati intrighi del Gran Conte, che ignorava líItalia oltre Firenze e tuttavia non si lasciÚ sfuggire líoccasione di farla.