Francesco BERNI. Poeta della scapigliatura del Rinascimento. [ESEMPLARE PERFETTO ed intonso nella sua fodera in velina editoriale].

In-8°, pp. IV, 259, cartoncino leggero editoriale e fodera in velina orig. BERNI (Lamporecchio, 1497 - Firenze 1535) scrisse burleschi encomi di soggetti inopinati e incongrui: Ghiozzi, Anguille, Cardi, Pesche, Orinale, Gelatina, Ago, metafore di organi ed operazioni sessuali (di preferenza omosessuali), denunciando un'evidente filiazione dal canto carnascialesco fiorentino; nel 1523 fu allontanato da Roma e confinato nell'abbazia di San Giovanni in Venere presso Lanciano, forse a causa di uno scandalo legato alla sua estroversa omosessualità, che il nuovo papa Adriano VI si proponeva di reprimere. Sotto la disciplina dell'umanista crstiano Giberti cambiò vita, e in polemica contro le affettazioni e il paganesimo di certi umanisti si volle 'spoetare' lasciando sia la poesia latina che gli oscenissimi versi in volgare. In una serie di ottave aggiunte al suo rifacimento dell'Orlando innamorato espresse l'orrore dei massacri del sacco di Roma del 1527, cui sopravvisse. Saggio rigoroso attento agli asppetti filologici e al conttesto storico. La sua poesia detta "bernesca" ebbe subito uno stiuolo di imitatori.