Details
Place of printing
Napoli,
Author
Foglietta Uberto (Oberto)
Publishers
Giuseppe Cacchi,
Keyword
STORIA LOCALE GENOVA LIGURIA PIACENZA NAPOLI
Description
In 4°; 6, 97, 1 cc. (di errata). Legatura settecentesca in piena pergamena rigida con titolo manoscritto da mano coeva al dorso. Piatti foderati con bella carta marmorizzata coeva. Due antichi timbretti seicenteschi di appartenenza privata in parte abrasi al frontespizio e oggi, solo in parte leggibili. Più leggibile la nota ex-libris degli inizi del seicento, chiosata in bella grafia nel margine basso del frontespizio che identifica lesemplare come appartenuto prima ad Ottavio Ayroldi della nobile famiglia degli Ayroldi di Ostuni, poi al di lui figlio ed infine, al Conte Vitaliano Borromeo (con ogni probabilità il Conte Vitaliano VI Borromeo), Octavij Ayroldi et ab erede Ill.ssmo Co. Vitaliano Vicecomiti Borromeo donavat. Tagli rossi. Qualche macchiolina di foxing e qualche foglio leggermente ed uniformemente brunito, come i tutti gli esemplari, dovuti alla quallità della carta utilizzata per la stampa e nel complesso, esemplare in buone ottime condizioni di conservazione. Marca tipografica al titolo, capilettera figurati. Prima edizione, non comune, di questa celebre opera dellinsigne studioso e storico genovese, Oberto Foglietta (Genova, 1518 Roma, 5 settembre 1581) che raccoglie scritti di cronaca napoletana, ligure ed anche piacentina.Foglietta, abile letterato fin dalla giovanissima età, a soli 17 anni, ebbe lincarico di trascrivere i Castigatissimi Annali di Genova di Agostino Giustiniani. Dopo aver iniziato gli studi nella natia Genova, si spostò prima a Perugia e poi a Roma per perfezionare le sue conoscenze. A Roma, iniziò presto a farsi notare per le sue dote di storico. Nel 1559 diede alle stampe il suo Delle cose della Repubblica di Genova nel quale lautore, analizzò in modo distaccato e critico la storia di Genova senza risparmiare aspre critiche alloperato dei vecchi nobili genovesi e di Andrea Doria cosa che gli procurò la condanna allesilio, con il conseguente allontanamento definitivo, dalla sua terra dorigine, nella quale non fece più ritorno nel corso della sua vita. Lesilio romano, dove si era stabilito presso lo zio Agostino, non gli impedì di continuare a dedicarsi agli studi storici e artistici dedicati alla Liguria ed ai suoi artisti. Fù cosi che nel 1572 pubblicò il Clarorum Ligurum Elogia, in cui esaltava le doti artistiche del fratello Paolo e la Genuensium Historia che però fu pubblicata solo postuma dal fratello Paolo (che ne curò anche la traduzione dal latino in genovese). Nel 1573 uscì il De linguae latinae usu et praestantia, noto studio nel quale lautore difende la lingua latina senza mancare, però, di elogiare e riconoscere i meriti di un poeta come Bembo. Rif. Bibl.: Manzi, Annali di G. Cacchi, 32. Edit on-line 19315.