Digestorum seu Pandectarum libri quinquaginta.

In-folio; 18 cc., 805 pp., 1 c., grande marca plantiniana al titolo, numerose iniziali decorate. Legatura coeva in piena pergamena decorata con il nome del committente impresso in oro al piatto frontale (lievi aloni al margine superiore del piatto frontale e qualche mancanza alle guardie). Lievi fioriture marginali e bruniture; sottile gora al margine esterno bianco delle prime carte. Ex-libris ottocentesco alla controguardia di G. Barberis. Esemplare genuino delle celebri pandette dell’imperatore Giustiniano, conservato nella sua legatura originale, confezionata nelle Fiandre per un committente italiano, in tutta pergamena morbida e unghiata, con cornice dorata in unico filetto e ferri floreali ai lati, grande mandorla centrale a intreccio su entrambi i piatti impressa in oro, nome del committente "Cesar Nomius Taurinensis" in oro al piatto anteriore, titolo manoscritto al dorso insieme con doppio filetto e piccole decorazioni floreali, tagli elegantemente goffrati. Il nobile Cesare Nomis, dottore in legge e decurione della città di Torino, fu eletto presidente della Camera dei Conti sabauda e consigliere di stato nel 1593.
Questa edizione commentata delle Pandectae giustiniane, parte a se stante della più ampia ristampa del Corpus Iuris di Plantin, uscì per le cure dal giureconsulto Louis Le Caron (ca. 1534-1613), celebre per aver pubblicato la raccolta ufficiale delle leggi vigenti nella città di Parigi e nell'Île-de-France. Il volume si chiude con il giudizio entusiasta del biblista Benito Arias Montano, collaboratore di Plantin per la Bibbia Poliglotta, che qui si firma in latino e in arabo. Belgica typographica 725. Voet 1035. Nijhoff 480 (scorrettamente come 2 volumi).