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Rare and modern books

Muratori Ludovico Antonio

Delle antichità estensi ed italiane trattato di Lodovico Antonio Muratori bibliotecario del serenissimo Rinaldo I . Parte prima in cui si espone l'origine ed antichità della casa d'Este, e la sua diramazione nella linea reale ed

Nella Stamperia Reale,, 1717-1740

1600.00 €

Zanfrognini Antonio Studio Bibliografico

(Modena, Italy)

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Details

Year of publication
1717-1740
Place of printing
In Modena,
Author
Muratori Ludovico Antonio
Publishers
Nella Stamperia Reale,
Keyword
CASA D'ESTE MODENA FERRARA REGGIO STORIA MEDIOEVALE
Languages
Italian

Description

In folio; XXXI, (1), 439, (1) pp. e (13) c. di tav. (carte genealogiche, antiporta calcografica), (16), 736 pp. Bella legatura coeva in piena pergamena rigida. Titolo e autore in oro su fascette in pelle (qualche piccola mancanza). Fascetta segnalibro in seta verde. Antiporta calcografica incisa da Francesco Maria Francia su disegno di Antonio Consetti. Medaglione con ritratto di Francesco III al frontespizio del secondo volume. Prima non comune edizione di uno degli studi più importanti del celebre presbitero, storico, scrittore, numismatico, diplomatista e bibliotecario italiano, Ludovico Antonio Muratori il cui nome, a volte, è citato anche come "Lodovico Antonio" (Vignola, 21 ottobre 1672 – Modena, 23 gennaio 1750). Padre della storiografia moderna e della medioevalistica nella quale diede importantissimi contributi attraverso il recupero di documenti storici dispersi in diversi archivi pubblici e privati italiani. Personaggio di enorme erudizione, Muratori produsse testi dedicati a numerose e diverse materie dove mise la "verità" come faro delle proprie ricerche sia in ambito storico che religioso. Il Duca di Modena e Reggio, Rinaldo I d'Este, lo ebbe in grande considerazione offrendogli l'ufficio d'archivista e bibliotecario ed impiegandolo in numerose importanti ambasciate. Figura di primissimo piano nella cultura europea del settecento fu in contatto epistolare con numerosissimi personaggi celebri e potenti dell'epoca. L'opera qui presentata che riscotruisce la storia della famiglia d'Este dalle origini, è il risultato di una celebre disputa di successione territoriale, nella quale venne implicata la famiglia d'Este nella quale Rinaldo I chiamò, proprio Muratori, a difendere ed esporre le pretese successorie della sua famiglia. Come ben ricostriusce Girolamo Imbruglia, nel Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, Volume 77, (2012) alla voce dedicata a Muratori: "A questi anni risalgono le Antichità estensi. A Fontanini, che aveva affermato che gli Este non erano che una nobile famiglia patavina, Muratori rispose ricostruendone la genealogia. Sapeva che «fra i romanzi e le genealogie non passava gran divario, pochi essendo coloro che si facessero scrupolo di aggiungere di suo capo ciò che mancava» (Opere, 1964, p. 27). Ma «non mi sentiva già io di servir così male alla vera nobiltà del mio principe e né pure alla riputazion mia» (ibid.). A guidarlo anche qui fu Leibniz. Il loro lavoro procedette d’accordo (Leibniz propose di scrivere insieme le Vindiciae estenses), sebbene a Muratori pesassero l’impegno suo per la polemica di Comacchio e la ponderatezza del tedesco. Tra il 1714 e il 1716 compì indagini archivistiche nel centro Italia formidabili per ideazione e risultati. Nel 1715 spedì a Leibniz, impegnato negli Annales brunswicienses, la prima parte delle Antichità, che apparve a Modena, nel 1717, nella stamperia ducale, nonostante il parere contrario del filosofo. Il secondo volume seguì nel 1740. Esibire le «pruove» rimuovendo ogni fonte non verificabile e risalire nel tempo fin dove fosse possibile poggiare sulla certezza e sul «vero» fu il metodo esposto nella Prefazione (p. XIX). Tale volume delle Antichità estensi fu il primo, grande lavoro da medievista di Muratori, che integrò la lezione diplomatica dei gesuiti e dei maurini, quella oratoriana di Malebranche e Simon e quella storico-giuridica di Leibniz in una visione storica originale (Bertelli, 1960, 251). Aveva dimostrato che all’origine della nobiltà europea e italiana stavano i barbari germani e non i romani, e aveva avviato su salde basi la nuova considerazione del Medioevo, aprendo nuove prospettive alla storiografia europea. Il punto di partenza è dato da Alberto Azzo II, longobardo: questi nell’XI secolo governava il feudo d’Este e sposò dapprima Cunegonda – da cui nacque Guelfo IV, poi duca di Baviera e fondatore della dinastia di Hannover Brunswick – e quindi, in seconde nozze, Garisenda del Maine, il cui figlio Folco ebbe il feudo paterno e fu all’origine della linea italiana. La ricostruzione risale fino a Adalberto I di Toscana, che costituisce il limite della certezza. A partire dal XXVI capitolo il discorso ritorna su Azzo II e i suoi discendenti, il matrimonio di Guelfo V con Matilde di Canossa, le lotte tra guelfi e ghibellini, i rapporti con Federico Barbarossa di Obizzo I, al quale si dovette la fondazione (1188) del dominio estense a Ferrara. Il secondo volume inizia dal 1215 con Azzo VII, confuta la pretesa interruzione del dominio estense su Ferrara con Alfonso I e giunge a Rinaldo I.". Prima edizione in ottime condizioni di conservazione ed a grandi margini.
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