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Rare and modern books

Frugoni, Francesco Fulvio

De' ritratti critici abbozzati, e contornati . Ripartimento primo

Combi e La Noù,

200.00 €

Pettini Antonio Libreria

(Roma, Italy)

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Details

Place of printing
Venezia
Author
Frugoni, Francesco Fulvio
Publishers
Combi e La Noù
Keyword
caratteri psicologia psychology history of art storia dell’arte, morale morality BAROCCO
Dust jacket
No
State of preservation
Good
Languages
Italian
Binding
Hardcover
Inscribed
No
Print on demand
No
Condition
Used
First edition
No

Description

In-12°; pp. 597, volume uno di tre. Una carta non numerata, con l’occhiello, tra p. 68 e 69; antiporta figurata incisa su rame da Langlois su disegno di Del basso, una vignetta xilografica con la Minerva al frontespizio, fregi tipografici nel testo. Legatura in mezza pelle con angoli titolo in oro al dorso. Francesco Fulvio Frugoni (1620ca.-1686ca) introduce la sua galleria di caratteri, suddivisi in cinque appartamenti, con un testo critico su “Il parallelo tra la poesia e la pittura”, in cui disquisisce sul paragone tra poesia e pittura. I diversi ritratti Sulla lettera di dedica sono presenti delle note manoscritte. vedi “CARMELA REALE, "Critici" per definizione: i Ritratti di Francesco Fulvio Frugoni, in ESPERIENZE LETTERARIE Anno 2005 - N° 3-4, Luglio-Dicembre I "Ritratti critici", inscrivendosi in una tradizione letteraria che descrive i vizi attraverso la loro incarnazione in dei tipi umani e anticipando la «masima» fatica dell'autore, "Il cane di Diogene", permettono a Frugoni di esprimere pienamente la propria volontà moralistica e l'atteggiamento di condanna del mondo. L'opera, in tre volumi, strutturata secondo un sistema di simmetrie, comprende cinque «appartamenti» in cui lo scrittore finge di vedere venticinque ritratti di viziosi, fra cui il cortigiano e il poeta, secondo polemiche diffusissime nel XVII secolo. È da porre in rilievo il paragone, peraltro consueto, tra pittura e poesia, presente anche in altre opere frugoniane. Beninteso il pennello, per quanto dipinga magistralmente, non eguaglia per il letterato ligure le capacità della parola, che per lui ha fra l'altro il potere di penetrare le profondità dell'anima e rivelarla. Proprio questo paragone giustifica l'uso dello stesso termine «ritratti», che individua appunto i ritratti che l'autore finge di vedere, ma anche l'arte letteraria di cui si serve per scriverne.” Pag. 171-186 caratteri psicologia psychology history of art storia dell’arte
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