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Rare and modern books

Chateaubriand François René, Visconte Di

De la monarchie selon la Charte. Par M. le vicomte de Chateaubriand, Pair de France, Ministre d'État, Chevalier de l'Ordre Royal et Militaire de Saint-Louis, etc, membre de l'Institut Royal de France

Imprimerie de Le Normant, rue de Seine, 1816

120.00 €

Mazzei Libreria Antiquaria

(Bagnone, Italy)

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Details

Year of publication
1816
Place of printing
Paris
Author
Chateaubriand François René, Visconte Di
Publishers
Imprimerie de Le Normant, rue de Seine
Keyword
(Francia - Restaurazione - Monarchia)
Languages
Italian

Description

In-8° (22 x 13,5 cm), pp. 206, (2), brossura muta coeva con titoli su tassello in carta al dorso. Normali segni d'uso e del tempo alla brossura. Piccola mancanza nell'angolo inferiore esterno del foglio con al recto il frontespizio. Mancanza anche all'ultima carta bianca, pari circa ai suoi due terzi. Pochi, piccoli, lievissimi segni d'umido, per il resto, esemplare ben conservato, in barbe. Nello scritto l'autore sostiene la necessità dell'introduzione in Francia di una vera monarchia rappresentativa, in cui il monarca regni ma non governi e in cui sia garantita la libertà di stampa. François René visconte di Chateaubriand, scrittore e uomo politico francese (Saint-Malo 1768 - Parigi 1848), trascorse gli anni dell'infanzia parte a Saint-Malo, parte in collegi nelle città di Dol, Rennes, Dinan e nel severo castello di Combourg. Entrato nell'esercito, fu luogotenente nel reggimento di Navarra e assistette allo scoppio della Rivoluzione: in seguito, nel 1791, partì per l'America. Nel 1792 rientrò in Francia per combattere contro i rivoluzionari. Ferito durante l'assedio di Thionville, si rifugiò in Inghilterra dove visse per qualche anno in miseria. Le morti della madre e di una sorella, avvenute mentre egli si trovava a Londra, lo scossero profondamente e maturarono la sua conversione: al ritorno in Francia (maggio 1800), aveva con sé una prima stesura del Genio del cristianesimo, che fu poi pubblicato nel 1802. Bonaparte cercò in ogni modo di legare alla sua causa Chateaubriand: lo inviò come segretario di ambasciata a Roma, quindi lo nominò ministro di Francia nel Vallese. Ma dopo la fucilazione del duca di Enghien (1804), Chateaubriand si dimise dalla carica e si dedicò al suo lavoro di letterato, manifestando apertamente sul Mercure de France la sua opposizione all'imperatore. Nel 1811 venne eletto all'Accademia francese ma non poté pronunziare il discorso per la sua ammissione perché ritenuto sedizioso da Napoleone. Con il ritorno dei Borboni, che egli aveva auspicato nel libello intitolato Di Bonaparte e dei Borboni (1814), riprese la sua attività politica. Accompagnò Luigi XVIII durante i Cento giorni e fu ministro degli interni. L'opera De la monarchie selon la Charte (1816) gli costò la radiazione dalla lista dei ministri: privato della pensione, fu costretto a vendere la sua biblioteca. Appoggiò allora la tesi degli oltranzisti monarchici. Luigi XVIII lo nominò nel 1820 ministro di Francia a Berlino, poi ambasciatore a Londra. Ministro degli affari esteri dopo il congresso di Verona, fu uno dei promotori della guerra contro i liberali di Spagna per restaurarvi l'assolutismo monarchico. Nel 1828 fu nominato ambasciatore a Roma da Carlo X. All'avvento di Luigi Filippo, si rifiutò di servire il nuovo re e ostentò la sua fedeltà alla dinastia caduta. L'influenza di Chateaubriand fu grandissima ed egli dominò la letteratura del suo tempo, portandovi l'ispirazione e le tematiche proprie del Romanticismo: il sentimento religioso, il senso di malinconia, l'interesse per la storia, in particolar modo per il medioevo, l'amore per la natura sono elementi che si riflettono su tutta la letteratura francese dell'Ottocento.