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Rare and modern books

Saunier,Marco.

Crestomazia. La leggenda dei simboli. Opera genialissima del signor Marco Saunier nella quale evocando i vecchi continenti scomparsi, si fa la storia psicologica del genere umano, e sono studiati profondamente i misteri che attorniano la vita dell'uomo, e inoltre in essa si discorre della formazione dei Vangeli,.

1200.00 €

Cellerino Luigi Studio Bibliografico

(Alessandria, Italy)

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Author
Saunier,Marco.
Languages
Italian

Description

Biella, Il tritone, 1974. Folio massimo, cm.48x59, pp. 104, 5 linoleum a colori e 15 acqueforti in seppia nel testo + 15 acqueforti e 5 linoleum sciolti numerati e firmati dall'artista ARTURO CARMASSI. Legatura originale illustrata, contenitore editoriale. OTTIMA COPIA. Edizione di 100 + XXX esemplari ( nostro N. 41 ). " Il testo composto a mano in caratteri " Garaldus " corpo 48 dalle fonderie Nebiolo è stato stampato dalle Arti Grafiche Giorgi & Gambi in Firenze su carta a mano " Gran bianca di Pescia " Delle cartiere Magnani. Il disegno di ogni copertina è un opera originale eseguita dall'artista espressamente per ciascun volume. La stampa delle acqueforti è stata eseguita da Paolo Tarchiani al torchio a braccia. La rilegatura è stata realizzata nello stesso atelier a Firenze. Finito di stampare nel novembre 1974 ".
Jentsch, I libri d'artista italiani del Novecento, n. 118.
Arturo Carmassi ( 1925-2015 ), nasce a Lucca il 2 luglio 1925 e si trasferisce da bambino con la famiglia a Torino, dove studia alla Scuola del paesaggio Fontanesi e per un breve periodo all'Accademia Albertina. All'inizio della sua attività afferma una posizione indipendente all'interno di un mondo (quello della città di Torino) fortemente influenzato dai movimenti neocubisti che negli anni dell'immediato dopoguerra erano prevalenti. Dopo il suo trasferimento a Milano nel 1952 (città in quel periodo molto colta e aperta alle influenze del mondo internazionale dell'arte) entra definitivamente in contatto con le avanguardie storiche in questo periodo sempre più le sue opere si evidenziano per il carattere informale con elementi surrealisti.
Il suo linguaggio del primo periodo è incentrato su una personale ricerca di astrazione formale. Alla fine degli anni sessanta come evidenzia Raffaele Carrieri il linguaggio espressivo di Carmassi cambia e recupera il dato oggettivo dell'immagine, un ritorno alla "rappresentazione del paesaggio e della figura" che un altro critico del periodo Andrea Alibrandi indica come figure e racconti dai rimandi letterari da cui traspare la sua comunanza con il surrealismo, di quel periodo è l'amicizia con Patrick Wallberg un poeta vicino ad André Breton. Il nuovo stile incentrato sulla ricerca di forme mitologiche e immagini evocative si modifica nuovamente e come nota tra gli altri Jean-Marie Drot, nell'ultimo decennio del XX secolo tende a diventare essenziale. Si è occupato durante tutta la sua carriera di pittura, scultura e incisione sperimentando tecniche diverse che vanno dal collage, alle sabbie agli oli, alle penne, all'uso di materiali non convenzionali come cera, cartone ondulato, catrame, mallo di noce, vecchie stoffe, legno di steccato.
Espone per la prima volta in una collettiva nel 1946 alla (mostra nazionale del bianco e nero) a Torino, altre collettive da ricordare sono almeno la mostra Internazionale dell'Art Club 1949-1950, dal 1951 diverse rassegne di pittori d'oggi. Nel 1952 e nel 1954 espone alla XXVI e XXVII Esposizione internazionale d'arte di Venezia nel 1954 alla III Biennale di San Paolo (Brasile) e al "carnegie institute" di Pittsburgh per l'omonima International exibition, nel 1957 è in mostra al Brooklyn Museum of New York, nel 1958 alla biennale di scultura di Anversa, sempre nel 1958 alla biennale di Amsterdam, nel 1962 alla mostra della critica italiana, nel 1962 di nuovo e per la terza volta alla Esposizione internazionale d'arte di Venezia che dedica una sala personale alle sue opere plastiche, nel 1972 e nel 1986 alla X e XI Quadriennale di Roma.
Dopo la sua prima mostra personale alla galleria il Milione numerose sono le sedi internazionali prestigiose che ospitano sue personali che si susseguono dal 1948 tra cui si ricordano nel 1977 la mostra al Palazzo dei Diamanti a Ferrara a cura di Pierre Restany, nel 1977 la mostra sull'opera grafica al Musee d'art et d'histoire di Friburgo, nel 1980 la mostra alla Maison de la culture a Rennes, nel 1986 la mostra "museo dell'immaginario di Carmassi" a Roma all'accademia di Francia a Villa Medici a cura di Jean-Marie Drot che gli aveva dedicato tra l'altro un lungo film intervista nel 1980 per la televisione francese TF1, nel 1988 la mostra al museo di arte contemporanea di Arezzo,nel 1990 la mostra a Strasburgo organizzata dal Consiglio d'Europa e dall'amministrazione municipale della città, nel 1993 la mostra a Palazzo Lanfranchi (Pisa), nel 1997 la mostra alla Fondazione Querini Stampalia, nel 1999 la mostra a Firenze nella sala d'arme a Palazzo Vecchio, nel 2005 una serie di mostre per i suoi ottanta anni a partire dalla mostra "Arturo Carmassi, sabbie, dipinti e collages" ospitata al palazzo primavera a Terni, diverse altre si sono svolte in moltissime istituzioni pubbliche in Italia, in Grecia e in molti altri paesi. Nel 2017 la fondazione Banca del Monte di Lucca gli ha dedicato una mostra personale curata da Massimiliano Simoni e Maria Stuarda Varetti.