Details
Year of publication
1880-1887
Author
Sella, Quintino (Sella Di Mosso 1827 - Biella 1884)
Publishers
Salviucci - Accademia dei Lincei
Keyword
Paleografia, diritto, asti. Locale piemonte, piemonte
Binding description
Buon esemplare nel complesso, con ordinari segni del tempo (qualche fioritura e arrossamento, strappo all’attaccatura della tavola ripiegata, lievi sbucciature sulle copertine). Firme di proprietà sulla prima sguardia di ciascun volume e dedica manoscritta a penna, datata 1958, su una carta di guardia del primo.
Description
Quattro volumi in piena pelle con fregi e titoli impressi a secco, dentellatura a secco sui bordi interni dei piatti, in quarto cm 30x22, pp XVI 313 (1), (4) 635 (1), (4) 636-1196, (2) 263 (1); nel primo volume apparato iconografico composto da 1 tavola litografica a colori fuori numerazione (riproduzione dal Codice Alfieri), 1 tavola a colori più volte ripiegata con la carta dei territori della Repubblica d'Asti nel 1300, e 9 tavole numerate: 8 a colori (2 su doppia pagina) con riproduzione di pagine miniate dal codice Malabaila e 1 in nero (su quattro pagine) con 60 riproduzioni di castelli dalle miniature del codice. Uno strappo all'attacco della carta più volte ripiegata, lievi sbucciature sui bordi delle legature, buon esemplare nel complesso. Firme di proprietà sulla prima sguardia di ciascun volume e dedica manoscritta a penna, datata 1958, su una carta di guardia del primo. Edizione originale, rara a trovarsi completa dei quattro volumi. Il Codice Malabaila fu compilato attorno al 1353 come copia dell'antica raccolta di atti, trattati lettere e diplomi imperiali e papali relativi alla storia di Asti nota come Codex Vetus, perduto ma già trascritto nel 1292 in un secondo codice, conosciuto come Cronaca di Oggerio Alfieri (di cui sopravvivono frammenti). Il Codice Malabaila era custodito nell'Archivio di Corte di Vienna quando Quintino Sella, in missione diplomatica in Austria, lo ricevette in dono dall'Imperatore Francesco Giuseppe, nel 1876. Ritornato in Italia Sella propose la pubblicazione all'Accademia dei Lincei, che l'editò nei propri Atti (Serie Seconda, vol. IV-VII) grazie al lavoro dei paleografi Luigi Re, Alessandro Corvisieri, Pietro Amat di S. Filippo e Pietro Vayra. Alla morte di Quintino Sella (1884) il Codice fu donato dagli eredi alla Città di Asti e la Memoria Illustrativa che lo statista aveva composto «direttamente, con mente eletta, con longanime preparazione e colla sua proverbiale tenacità di propositi» (Manno) fu pubblicata postuma, nel 1887, a cura di P. Vayra. Lo straordinario manoscritto, importante fonte per la storia giuridica astigiana, raccoglie 991 documenti che datano dal 1065 al 1353 ed è illustrato da un centinaio miniature in parte riprodotte nell'edizione a stampa, su tavole cromolitografiche stampate dai torchi di Bulla, Bruno Salomone e Lucio, e Martelli. Manno II, 11032: «Questo codice è una raccolta degli atti più importanti pel comune, a sostegno dei proprii diritti, come: trattati pubblici, bolle, diplomi, carte e titoli di possesso o di pretensioni».