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Rare and modern books

[Civiltà, Valentino Bompiani, Emilio Cecchi E Cipriano Efisio Oppo]

CIVILTÀ. Rivista bimestrale [poi: trimestrale] della Esposizione Universale di Roma

Editore Valentino Bompiani,, 1940-1942

1200.00 €

Pontremoli srl Libreria Antiquaria

(MILANO, Italy)

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Details

Year of publication
1940-1942
Place of printing
Milano,
Author
[Civiltà, Valentino Bompiani, Emilio Cecchi E Cipriano Efisio Oppo]
Pages
pp. XXXII 99 [1] a volume (con alcune veline fuori testo), ad eccezione del primo fascicolo di pp. [2] XXXII 112 [2] con un foglio di cellophane parlante fuori numerazione; allegato al numero 8 un bifolio con gli indici dei primi sette fascicoli.
Volume
11 volumi,
Publishers
Editore Valentino Bompiani,
Size
in 4°,
Keyword
Fotografia Architettura Arte Cataloghi Monografie Storia
Binding description
copertine in brossura illustrata a colori,

Description

PERIODICO Collezione completa. Tutto il pubblicato (11 numeri) in ottimo stato di conservazione, con leggere abrasioni e mancanze al dorso della brossura di alcuni numeri (in particolare 8 e 9). Raro a trovarsi così. Dell’Esposizione universale 1942, che avrebbe dovuto tenersi a Roma ma fu cancellata a causa della guerra, rimane oggi il celebre quartiere dell’EUR, con i suoi monumentali edifici razional-fascisti, traccia di un grandioso piano che avrebbe dovuto celebrare internazionalmente al massimo grado il ventennale del fascismo. Il progetto nacque ben sette anni prima per iniziativa del governatore di Roma Giuseppe Bottai. Contemporaneamente all’elaborazione urbanistico-costruttiva, affidata ad alcuni tra i più interessanti architetti del periodo (Piacentini, Pagano, Moretti, Libera), fin da subito si mise in moto anche la macchina culturale, che vide l’editore Valentino Bompiani tra i protagonisti principali: «[…] ancor prima dell’ottobre 1936, quando Mussolini aveva annunciato per la prima volta la futura Esposizione universale di Roma, l’editore Valentino Bompiani aveva presentato a Bottai, che nel 1935 ricopriva la carica di governatore di Roma, il progetto di una “Mostra della civiltà italica dai tempi di Augusto ai tempi di Mussolini che avrebbe dovuto essere realizzata in un edificio appositamente costruito […]. Bottai fin dall’inizio aveva molto apprezzato il progetto della mostra» caldeggiandolo a Vittorio Cini, commissario generale dell’expo. «Tra la fine del ’36 e i primi mesi del ’37 tale progetto continuò a essere oggetto di uno scambio di corrispondenza tra Bompiani, Cini e Oppo» (E 42, I, pp. 118b). La «lussuosissima rivista “Civiltà” accompagnò, commentò, discusse, appunto la Mostra della civiltà italiana, seguendo le strutture fisiche del palazzo e, insieme, il definirsi dei contenuti» (ivi, p. 8a), rimanendo oggi, al pari del Palazzo della Civiltà, imponente ‘Colosseo moderno’, unico monumento dell’impresa. Il primo numero esce nell’aprile del 1940, nel formato tipico della rivista/album in 4° su carta patinata. Nasce come bimestrale ma subito dal terzo fascicolo passa a trimestrale con quattro uscite l’anno. Nel comitato di direzione oltre a Bompiani figurano Emilio Cecchi, responsabile della parte storico-letteraria, e Cipriano Efisio Oppo, fondatore e direttore della Quadriennale e direttore artistico di E42; ruolo onorario ebbe il senatore Luigi Federzoni dell’Accademia d’Italia, nelle vesti di presidente del comitato. Grande attenzione è posta a coniugare alta qualità dei materiali e grandi tirature: carta a doppia patinatura Binda; compositori tipografici Grafitalia, Raffaello Bertieri, Arti Grafiche Bergamo e Stabilimento Giani; incisioni Alfieri e Lacroix e De Pedrini. Da questo punto di vista, «Civiltà» è da considerarsi come il capolavoro del Bompiani editore ai tempi del fascismo, e una delle vette della ‘via italica’ al rotocalco di qualità, quel tipo di pubblicazione d’aspetto lussuoso e curato ma a destinazione popolare inventato dal newyorkese Condé Nast con «Vanity Fair» e il rilancio di «Vogue» nei primi anni dieci del Novecento. -- Le copertine sono per lo più opere originali di artisti importanti — per «spezzare — come scrive Bompiani a Oppo nel settembre del ’40 — il cerchio dell’aulica classicità» (Cristallini, p. 271a). Impaginate al vivo e passanti lungo il dorso dal piatto anteriore al posteriore, presentano una qualità di riproduzione fotostatica elevatissima nella resa dei colori e del dettaglio: l’olio di Campigli sulla copertina del n. 1 è percepibile in tutta la sua tridimensionalità materica, così come il Morandi del n. 7, che si vede fin nella grana della tela, o il Fausto Pirandello del n. 9. Gli altri artisti ad apparire sulle copertine di «Civiltà» sono Funi, De Chirico e Boldini. L’impaginato interno è svolto secondo precise linee di classicità razionale, riconducibili al magistero di Edoardo Persico e dell’editoriale Domus: fotografie e grandi tavole a colori impaginate al vivo, veline di cellophane parlanti. I contenuti sono riservati al recupero storico e antropologico della «civiltà italiana»; grande spazio è riservato ai reperti della romanità e ai grandi artisti rinascimentali, senza dimenticare la serie dedicata al rapporto tra grandi scrittori stranieri e l’Italia, particolarmente nel corso dell’Ottocento. Gli scrittori sono scelti tra gli accademici, i professionisti e gli specialisti degli argomenti trattati, che spaziano dalla musica al design passando per la letteratura, l’arte, la storia e le scienze; spiccano i nomi di Piacentini, Alvaro, Gentile, Pasquali, D’Amico, Baldini, Bontempelli, Radius, Dettore, Praz, Manzini, Tecchi, Bacchelli, De Robertis, Vergani, Apollonio, Marpicati, Piovene. -- Il dato fotografico rimane sempre eccezionale, e a tutt’oggi di grande interesse, soprattutto quando si stacca dalla documentazione storica per ritrarre la contemporaneità: spaccati di razionalismo fascista o momenti di vita di sapore neorealista (feste popolari, lavoro nei campi, lavoro nelle grandi industrie), «tagli nuovi, audaci ingrandimenti, anche di particolari a piena o a doppia pagina, che si offrono come incisivo richiamo emotivo e spettacolare» (ivi, p. 268-s). Collaborano all’iconografia tra gli altri i fotografi Alinari, Faraglia, Guidotti, Comencini, Fiorentini, Pozzi Bellini, Parisio, Massani, Omegna e gli architetti Pagano, Peressutti, Bardi. Una menzione meritano anche le tavole pubblicitarie ordinatamente impaginate nelle prime trentadue pagine di ciascun fascicolo, e stampate a colori: si ravvisano le firme di Ricas, Derrico, Cancelli, Riccobaldi, Carboni, Menzio, Delfino, Gino Kraier, Giammusso, Gallesi, Casa, Piffero; notevole la serie per Fiat che appare sempre a rispecchio dell’occhiello, proponendo opere di Bartoli, Sironi, Paolucci, Guzzi, Casorati, Bucci. -- La rivista continua le sue uscite ininterrottamente nel corso della prima fase della guerra, quella che vede la Germania vittoriosa; segue ‘a distanza’ — per così dire — l’evolversi degli eventi bellici, registrando per esempio l’entrata in guerra del Giappone con una serie di articoli sui guerrieri Ronin. Pubblicato non senza difficoltà, come denunciano le tavole pubblicitarie per la prima volta in bianco e nero, l’ultimo numero 11 esce con data ottobre 1942, cioè alla vigilia delle disfatte di Stalingrado ed El-Alamein, le due battaglie che segnarono il cambio di rotta nelle sorti del devastante conflitto mondiale. E 42: utopia e scenario del regime (Venezia 1987); Cristallini, La rivista dell’Esposizione universale di Roma: Civiltà (ivi, II, 266-273)

Edizione: collezione completa.
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