Sei parti in un volume in 4to (220x160 mm); mezza pelle dell'Ottocento, dorso riccamente ornato in oro con tassello e titolo in oro; pp. (20), 64, (2 bianche), (6), 65-203, (3 bianche), (6), 205-353, (3 bianche), (6), 357-538, (2 bianche), (4), 541-583, (1 bianche), (6), 585-729, (25). Mancano due carte bianche prima delle pp. 357 e 585. All'inizio del volume sono rilegate (12) carte di indice che non pertengono all'edizione. Ogni sezione si apre con frontespizio proprio recante la marca tipografica. Le sezioni 2, 3 e 4 sono datate1660, mentre le parti 1, 5 e 6 recano la data 1661. Iniziali, testatine e finalini decorati. Con inoltre il ritratto dell'autore inciso da Giovanni Giorgi a c. ++4v e numerosi diagrammi xilografici nel testo. Firma di possesso di mano coeva sul secondo risguardo libero, che recita: “Hic liber est Ippoliti de [non leggibile]”. Alcuni fascicoli leggermente bruniti, qualche arrossatura marginale, ma ottima copia fresca e genuina.SECONDA EDIZIONE NOTEVOLMENTE AUMENTATA di qest'opera che si basa sulle lezioni tenute dal Bérigard presso lo Studio pisano. Rispetto alla prima edizione stampata a Udine nel 1642-43, questa nuova edizione fu interamente rivista e sostanzialemente aumentata.Il Circulus pisanus si presenta in forma di dialogo tra Charilaus, un seguace di Aristotele, e Aristaeus, che apoggia invece la filosofia pre-socratica e, in particolare, l'atomismo di filosofi come Anassimandro, Empedocle ed Anassagora. L'opera celebra sin dal titolo le “disputationes circulares”, ossia le dispute accademiche che ebbero un ruolo molto importante nell'insegnamento dell'autore a Pisa. Benché Bérigard sia molto prudente nell'esporre le teorie atomistiche condannate dalla Chiesa e le idee della nuova filosofia di Cartesio e Galileo e ufficialmente rimanga nei limiti della dottrina cattolica, appare evidente la sua sua simpatia per il nuovo metodo sperimentale applicato allo studio della natura e il libro descrive approfonditamente gli esperimenti sul vuoto e sulla caduta dei gravi condotti da Galileo.Claude Guillermet Bérigard (o Beauregard o, italianizzato, Berigardo) nacque a Moulins intorno al 1590, benché altre fonti (Nicéron) ne pongano la nascita al 1578. Studiò medicina e filosofia e ottenne una laurea in “artibus” presso l'Università di Aix-en-Provence. Visse per un periodo a Lione e Parigi, prima di trasferirsi in Toscana nel 1625, probabilmente su invito di Christine de Lorraine. Dal 1627 al 1638 insegnò a Pisa, quindi dal 1639 fino alla fine dei suoi giorni a Padova. Nel 1632 pubblicò le Dubitationes in Dialogum Galilaei Galilaei, il primo attacco a stampa contro il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Ciononostante Bérigard, che ebbe modo di conoscere Galileo di persona, fu sempre molto elogiativo nei confronti del grande scienziato pisano, come testimonia anche il Galilaei encomium che si trova a p. 563 del Circulus Pisanus.Oltre a Galileo, sono molti gli scienziati del tempo ad essere citati nell'opera. Tra questi ricordiamo: Torricelli, Viviani, Cabeo, Bourdin, Boulliau, Mersenne, Cartesio, Digby, Kircher, Thomas Bartholin, Borelli, Copernico, Harvey e Hobbes. Anche Gassendi viene ampiamente citato per il suo atomismo, di matrice tuttavia molto diversa da quello del Bérigard.Benché Bérigard paia recalcitrante ad oltreppasare i confine della scienza tradizionale, il Circulus Pisanus si presenta indiscutibilmente come un tributo alla nuova scienza sperimentale: oltre al sopra menzionato elogio di Galileo, l'autore espone con competenza la teoria copernicana e la accetta nella misura in cui non può essere confutata sperimentalmente ma solo per l'autorità della Bibbia; ugulamente gli esperimenti di Torricelli sul vacuum sono negati solo sulla base del principio che Dio è ovunque e non può dunque esistere il vuoto. Il telescopio viene celebrato come strumento scientifico e nel commento al De Luna vengono esposte le teorie e le scoperte astronomiche di Copernico e