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Poesia di singoli poeti, Antologie: generale
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Description
L'opera "Canti e Cunti" comprende le liriche e le favole esopiche delle due sillogi selezionate dal poeta, quelle delle antologie successive e numerosi inediti. Il Butera dei Canti è il vate della lirica classica che, consapevole della sua grandezza, invoca la Musa come guida del suo viaggio poetico. Lei risponde al richiamo ispirandogli la poesia autentica che conduce il lettore a penetrare nell'interno di sé, che imprime immagini indelebili, che apre squarci di verità e genera profonde emozioni. L'ispirazione lirica, uscendo dalla quotidianità, abita un'isola del tempo dove il poeta trova una natura magica, la pace contemplativa, la serenità de- gli elementi, l'armonia dei suoni e dei colori. Il canto di Butera è canto poetico e insieme canto del calabrese che contiene una nota sottile di tristezza, è lo spazio dei sentimenti, è il nostos nei luoghi dell'infanzia, è l'elegia del dolore che il poeta coglie in tutta l'esistenza planetaria: nella vicenda umana, nei gorgheggi degli usignoli, nel travaglio del paesaggio frustato dai venti e dalle bufere. I Cunti hanno una duplice fonte: la favola antica con la funzione di denunciare i mali sociali e di castigare i costumi individuali; la tradizione del racconto orale. La società preindustriale è stata la società dell'ascolto, il tempo in cui la parola orale ha detenuto il predominio nella comunicazione. Assimilata quest'arte, Butera la trasferisce in moduli adatti a narrare la realtà attraverso la sagacia delle favole esopiche (che lui chiama parabule), il filtro amaro del riso satirico, l'epigramma, il bozzetto. Come nella società dell'epoca trionfa il male, così nelle favole buteriane è l'antagonista a risultare vincente; ma dalla sconfitta dei deboli scaturisce la rivolta contro potenti e prepotenti che vengono sferzati nella morale dell'epilogo. Quando il livello dell'arroganza è intollerabile, quando con la delazione qualcuno rompe il patto di solidarietà vigente nella società preindustriale o approfitta dell'ignoranza della gente umile, allora i toni del racconto s'inaspriscono, lo spazio della favola si fa insufficiente e subentra la satira fustigatrice.