Details
Publishers
Officina Edizioni 1997
Curator
: Silvio Canavese
Description
160 pagine. Ill. b/n. Brossura. cm 15 x 24. Collana: Ars fingendi, 4. Quarta di copertina: Il momento della formazione resta spesso una della parti meno decifrabili della carriera di un artista. Per Bramante esso risulta del tutto nebuloso, tanto da sollevare notevoli interrogativi già presso i contemporanei. Questo volume affronta una serie di nodi e di problemi legati a Bramante e alla sua giovinezza: un percorso atipico, prolungato nel tempo, strettamente legato all'ambiente di Urbino, ma su cui si sa ben poco. Il volume è composto da una sequenza di quattro agili saggi. Il primo prende le mosse da una succinta indicazione di Vasari che vuole Bramante formatosi col misterioso fra Carnevale, indagando - al di là del mito sedimentatosi su questo sfuggente personaggio - i dati certi sull'artista domenicano ed evidenziando con originalità le sue valenze spaziali e architettoniche, le sue aperture umanistiche, la sua rete di rapporti culturali. Ne vien fuori un profilo più consistente e un ruolo più incisivo di quanto sinora ammesso o ipotizzato. Nuovi elementi arricchiscono la discussione investendo le ben note Tavole Barberini", la non meno celebre serie dell'"armadio" perugino di San Bernardino, le opere urbinati di Piero della Francesca, le vicende del cantiere del Duomo della capitale feltresca. Il secondo saggio mette a fuoco il problema del soggiorno urbinate di Francesco di Giorgio Martini, arrivando a stabilire con una serie di raffronti incrociati che l'arrivo del maestro di Siena nel Montefeltro precede non di poco l'anno generalmente accolto dagli studi correnti, quel 1477 che vede Bramante già attivo in Lombardia. I primi anni di Francesco di Giorgio a Urbino sono parzialmente ricostruiti, così come il quadro dei suoi riferimenti e delle sue premesse. Il terzo saggio riscontra, a mo' di verifica, gli scopertamente urbinati della cultura artistica di Bramante attraverso la lettura critica della sua prima opera documentata a Milano, l'incisione Prevedari del 1481. Il quarto saggio chiude il cerchio tornando a Vasari ed estendendo l'indagine all'intera biografia vasariana di Donato, mettendo a fuoco i nodi e le coordinate critiche di quella che resta la più esaustiva e determinante fonte storica su Bramante. Dalla formazione dell'uomo alla formazione del suo mito: l'attenzione si sposta sulla fortuna critica dell'artista nel Cinquecento, e sul riscontro filologico incrociato tra studi bramanteschi e studi vasariani. Un'introduzione alla rilettura del Bramante vasariano, ricondotta all'intero "sistema" delle Vite dell'aretino e confrontata con altre fonti dell'epoca. Un volume volutamente agile e nuovo, nel taglio e nella sua veste editoriale, che si propone come stimolante contributo agli studi su un momento cardine della civiltà europea."