Questo sito usa cookie di analytics per raccogliere dati in forma aggregata e cookie di terze parti per migliorare l'esperienza utente.
Leggi l'Informativa Cookie Policy completa.

Rare and modern books

Grazia Nardi

Bonviaz. Cronache famigliari dalla Rimini del dopoguerra

Panozzo Editore, 2022

15.20 € 16.00 €

Panozzo Editore

(Rimini, Italy)

Ask for more info

Payment methods

Details

Year of publication
2022
ISBN
9788874724512
Author
Grazia Nardi
Pages
222
Publishers
Panozzo Editore
Keyword
Storia locale, Autobiografie: generale, Memorie, Rimini, 1946–1968 (Italia: Secondo Dopoguerra e Fondazione della, Repubblica Italiana)
State of preservation
New
Languages
Italian
Binding
Softcover
Condition
New

Description

Dalla nota introduttiva di Piero Meldini: Detti, proverbi, sentenze, motti, facezie, epiteti, frasi fatte. Non di rado, col passare degli anni, il progressivo abbandono dell’uso ha portato a smarrirne il significato. Chi diceva così? E quando? E perché? Non ce lo ricordiamo più. Bonviàz, che fa seguito al felicissimo esordio di Armidiè, intende proprio restituire un contesto ai modi di dire che Grazia Nardi ha ascoltato quand’era bambina e archiviato nella sua memoria. Il contesto è quello, concreto e peculiare, di una famiglia dialettofona di modesta condizione che negli anni Cinquanta e Sessanta abitava nel centro storico di Rimini, e sto parlando, ovviamente, della sua famiglia. Ripercorriamo così le precise circostanze in cui si usava questo o quel detto, e da quale membro della famiglia di preferenza, e con quali intenzioni e sfumature. Questo è un libro di voci: le voci degli uomini e delle donne, le voci del mercato e dei mestieri, le voci delle strade e le voci della casa: la voce della nonna, quella del padre, ma innanzi tutto la voce della madre Elsa, la persona con la quale Grazia ha avuto e conserva un legame assolutamente speciale e che è in qualche modo la coautrice, oltre che la dedicataria, dei suoi libri. Sono le voci di quanti (ed erano la grande maggioranza dei riminesi) parlavano in dialetto. Leggendo Bonviaz sentiamo risuonare ancora queste voci, ciascuna col proprio timbro, la propria inflessione, la propria cadenza, quella che noi riminesi chiamiamo gnorgnia.