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Rare and modern books

Majorana, Quirino.

9 MEMORIE ORIGINALI DAL 1919 AL 1933.

100.00 €

Cellerino Luigi Studio Bibliografico

(Alessandria, Italy)

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Details

Author
Majorana, Quirino.
Languages
Italian

Description

Torino, R. Accademia delle Scienze. 8°, brossure editoriali. Ottime copie.
Le sue ricerche sperimentali in fisica iniziarono già nel 1893, alla stesura della sua tesi di laurea, incentrata sulle proprietà fotoelettriche del selenio, e precorritrice di tecniche elettroniche innovative che verranno solo più tardi. Tali ricerche continuarono poi sotto l'assistentato con Balserna, e i risultati di alcune di queste, raccolti nel lavoro "Il problema della visione a distanza per mezzo dell'elettricità (telefoto)", pubblicato nella rivista L'Elettricista (III (6) (1894) pp. 133-136), sono da considerarsi antesignani di quella che sarà la tecnica radiotelevisiva.
Dopodiché, si volse allo studio della natura e delle proprietà dei raggi X, fino ai primi anni del 1900, quando passò all'elettrostatica e la magneto-ottica dei mezzi materiali, con attenzione all'effetto Faraday, all'effetto Zeeman e all'effetto Stark-Lo Surdo. In questo contesto, nel 1902 Majorana riuscì, per primo, ad osservare nuovi effetti di birifrangenza magnetica – quest'ultima, proprietà magneto-ottica a lungo teoricamente prevista ma, fino ad allora, mai sperimentalmente rilevata – su miscugli colloidali, dando il via, così, alla fisica dei colloidi. Questo nuovo effetto osservato da Majorana nei colloidi, oggi noto come effetto Majorana, è l'analogo dell'effetto Cotton-Mouton osservato nei liquidi.
In seguito alle scoperte di Guglielmo Marconi, si orientò verso le radiocomunicazioni, riuscendo ad effettuare alcune prime esperienze di radiotelefonia a partire dal 1903, con la creazione e la realizzazione di nuovi dispositivi elettronici, alcuni dei quali antesignani di quelli che furono poi ideati da Walter Schottky. Questi risultati gli assicurarono la nomina a direttore dell'Istituto centrale dei telefoni e telegrafi di Roma, nel 1904. Tuttavia, egli continuò nelle ricerche sperimentali in radiotelecomunicazioni e la relativa tecnologia, con nuovi dispositivi; in particolare, inventò, nel 1912, la prima valvola ionica a quattro elettrodi, che denominò "deviatore elettronico". Altre, innovative invenzioni in radiocomunicazioni e teletrasmissioni ottiche, svolte per il Ministero della Guerra e della Marina italiano e rimaste segretate per molti anni, precorsero sistemi di radiocomunicazione sopraggiunti solo successivamente.
A partire dai primi anni venti, si dedicò ad una particolare quanto delicata questione di teoria newtoniana della gravitazione, quella inerente all'assorbimento di energia gravitazionale da parte della materia, in analogia a quanto avveniva per altre forme di energia (termica, elettrica, magnetica), riuscendo, al contempo, a testare, con grande precisione, l'inversa proporzionalità quadratica della legge newtoniana, nonché ad individuare sperimentalmente insperati, nuovi aspetti fenomenologici riguardanti la conduzione termica nei metalli. Anche quest'ultime, originali esperienze riguardanti la teoria della gravitazione avranno, in un certo senso, dei corrispettivi nella teoria einsteiniana delle onde gravitazionali che di lì a poco costituirà uno dei capitoli maggiori della teoria della relatività generale. L'ultimo periodo della sua attività di ricerca riguardò la fotoelettricità, con risultati fondamentali per i successivi sviluppi della spettroscopia fotoelettronica. Infine, si occupò pure del movimento di cariche elettriche internamente ai conduttori, nonché allo studio dell'effetto Kerr in materiali non ferromagnetici.
Con l'avvento delle nuove teorie relativistiche, rispetto a cui assunse una posizione decisamente scettica e alquanto critica,[6] approntò ed eseguì alcune notevoli esperienze che, nell'intento di confutarle, invece le corroborava, ragion per cui, con onestà intellettuale, ammise sì la correttezza di alcune delle principali predizioni sperimentali delle nuove idee einsteiniane, ma rimase inspiegabilmente perplesso circa l'impostazione teorica di base datale da Einstein, la cui teoria comunque avversò fino agli ultimi giorni della sua vita.
Nonostante questa riluttanza integrale nei confronti delle nuove idee einsteiniane, dovuta senz'altro alla sua monolitica visione ottocentesca di una fisica orientata più alla sperimentazione che alla teoresi ma che però lo condusse all'isolamento, Majorana fu un fisico sperimentale e applicato di primissimo piano, che, in circa sessant'anni di intensa e prolifica attività, contribuì notevolmente alle telecomunicazioni e alla struttura della materia. Oltre a ciò, fu uno stimato professore, comprensivo e indulgente, la cui premura e dedizione all'insegnamento furono suggellati dalla stesura di molti, apprezzati manuali universitari e non.
Informazioni dettagliate a richiesta. Prezzo di ogni memoria 15 euro.